Cremonese, Stroppa: “Società eccezionale. Mi piace il calcio dominante, ma il cambiamento sarà graduale”
Le prime parole grigiorosse di Stroppa
Giovanni Stroppa, neo tecnico della Cremonese, è stato presentato quest’oggi in conferenza stampa. Ecco quanto raccolto da cuoregrigiorosso.com: “Vengo a Cremona con grande entusiasmo, la proprietà è importante così come anche il centro sportivo che è uno dei migliori d’Italia. Gli stimoli sono quelli determinati dall’essere entrato a far parte di una società eccezionale che con questa proprietà ha fatto passi da gigante. Allenando la squadra e vedendola giocare ho l’impressione che ci siano qualità importanti per poter competere. Dico competere perché vincono in pochi: dalla Serie B salgono solo in 3 a fine stagione e ci sono talmente tante squadre competitive che ciò che mi preme ora è dare tutto me stesso; questo vale anche per il mio staff. Faremo di tutto e di più per portare un’idea e i numeri. La Serie B la ritrovo come al solito, da qualche anno è una A2, le squadre sono assolutamente allestite con giocatori importanti, c’è chi parte bene e arriva fino alla fine e chi parte bene e perde il terreno, così come chi parte più lentamente ma può guadagnarlo.
Sapete la stima che ho per Zeman, ma lui è lui e io sono io. Vorrei che si parlasse di Stroppa per quanto ha fatto a Crotone, a Monza o anche a Foggia. A me piace il calcio dominante in cui si occupano gli spazi, in cui si tiene la palla perché se la tengo io allora vuol dire che tu corri a vuoto. Ovviamente mi piacciono i giocatori di qualità, ma il calcio è fatto di equilibri. Mi piacerebbe un domani schierarne il più possibile, ma adesso dubito di riuscirlo a fare. Anche perché poi, ok la qualità, ma un giocatore deve correre, e farlo bene. Di tempo ora ce n’è poco. Mi sento un po’ un selezionatore perché oggi è mercoledì e sabato si gioca con l’Ascoli, quindi martedì prossimo a Cosenza. Mi preme soprattutto l’atteggiamento, l’equilibrio, la capacità di tenere il campo. Non è semplice perché non c’è tempo di poter sbagliare come può accadere invece nella fase della preparazione, quindi bisogna portare a casa i punti e dobbiamo pensare in quest’ottica. Atteggiamento e cattiveria diventano fondamentali, dobbiamo essere il più coesi possibile. Ora come ora, parlare di un cambio tattico è prematuro, ma sarà una cosa più graduale, è difficile iniziare a luglio e avere un’identità dopo qualche mese, a volte non arriva neanche dopo una stagione. Si faranno poche cose, ma fatte bene.
Vazquez? Lui è uno di quei giocatori di qualità, e io personalmente lo vedo punta, dietro la punta, esterno o anche in quarto ruolo. Ballardini si lamentava della rosa numerosa? A me come situazione piace, e non lo dico perché faccio finta di andare bene ma in realtà non è così. Vengo da una realtà (Monza, ndr) con una situazione simile, e posso dire di essere contento quando per un ruolo ho due o anche tre elementi di qualità. La squadra l’ho trovata molto bene, predisposta e questo è un bel segnale. Il gruppo mi piace per come è stato costruito, e poi ci sono dei giocatori trainanti. ma sarà il campo a parlare e quello non mente. Oggi allenare qui è bellissimo perché arrivo in una realtà nuova e gli stimoli non mancano. La cosa più difficile da fare è tradurre in numeri sul campo questi stimoli. Poi non dimentichiamo che la differenza la fanno i calciatori, anche se un allenatore ha in mente uno spartito.
Non ho mai avuto contatti con la società, che io ricordi nemmeno in passato. Semplcemente io sono di Paullo e abito in provincia di Brescia, e siccome mi piace seguire il calcio dal vivo spesso mi muovo. Sono andato anche a Bergamo, Milano e Mantova, ma non per questo ero lì a gufare Gasperini, Pioli e Possanzini.
I tifosi? Mi è piaciuta l’atmosfera, anche perché con le tettoie costruite il rumore si sente di più rispetto a prima. Lo stadio è stile inglese e tutte le migliorie fatte sono lì da vedere ed è coinvolgente per gli spettatori che assistono alle partite, figuriamoci per chi le deve vivere e giocare“.