La voce del tifoso – VeneziaMestre, è il momento di guardare più su!
E’ un VeneziaMestre che sembra assumere sempre di più le parvenze di una grande squadra quello che si palesa ai propri sostenitori in questo gelido martedì sera, contro una Ternana di povere qualità tecniche ma ben messo in campo dal neo tecnico De Canio. Serata solo per coraggiosi al Penzo, con il termometro ben al […]
E’ un VeneziaMestre che sembra assumere sempre di più le parvenze di una grande squadra quello che si palesa ai propri sostenitori in questo gelido martedì sera, contro una Ternana di povere qualità tecniche ma ben messo in campo dal neo tecnico De Canio. Serata solo per coraggiosi al Penzo, con il termometro ben al di sotto dello zero, probabilmente non posizionato però all’interno della curva sud, dove i gradi sembravano essere molti di più considerato il calore e l’entusiasmo ritrovato dopo parecchi anni di depressione. In una giornata in cui 4 match non si sono giocati per meteo e con due scontri diretti per la zona alta della classifica, l’Unione aveva una grossa occasione per poter definitivamente stabilirsi tra le contendenti alla zona playoff; Inzaghi sceglie di cambiare solamente il centravanti negli undici titolari, con Zigoni a prendere il posto di Geijo, oltre ai già conosciuti Bruscagin e Del Grosso nelle controparti degli squalificati. La partita comincia con una prevedibile apatia ed una fase di studio dettata più dalla consecuzione del riscaldamento che da reali motivi tattici. VeneziaMestre che si affida più del solito alle giocate lunghe, mentre in mezzo al campo Stulac appare meno preciso delle ultime apparizioni e Firenze fatica a trovare la giusta posizione. Nel giro di pochi minuti gli arancioneroverdi alzano il ritmo spaventando per tre volte la retroguardia umbra, saldamente ancorata all’interno dei propri venti metri difensivi. Ed è proprio nella terza di queste chance che i lagunari conquistano il corner decisivo dal quale capitan Domizzi staccherà portando contemporaneamente in vantaggio i lagunari e staccando le stalattiti dalle schiene del pubblico locale seduto in tribuna. Domizzi che quindi replica alla rete allo scadere realizzata all’andata, diventando in pochi istanti l’incubo numero uno della tifoseria rossoverde.
I “pochi ma buoni” presenti nella curva Groppello alzano la tonalità dei cori, ci si diverte davvero, in particolare quando si invita a gran voce il presidente Tacopina a portarci in Europa..
Ternana che nonostante la rete subita decide di mantenere lo stesso copione di gioco, saggio atteggiamento allo scopo di rimanere in partita il più a lungo possibile. Si va all’intervallo con un VeneziaMestre in controllo con il minimo sforzo, e la sensazione che la partita si possa portare a casa in scioltezza. Ma nella ripresa sono gli ospiti ad iniziare con il piglio giusto, pur non mettendo mai in difficoltà i padroni di casa. Il match si decide intorno al quindicesimo della ripresa quando una buona combinazione Del Grosso-Litteri libera quest’ultimo sul lato destro dell’area umbra, il suo tocco al centro non troverà Zigoni solamente a causa di una netta trattenuta di Valjent che gli costerà rosso diretto e penalty.
Sarà lo stesso attaccante veronese a presentarsi sul dischetto, ma sotto la sud il suo pallone verrà respinto dall’ottimo Sala, che vanificherà una prestazione tutto sommato positiva quanto volitiva del numero nove veneziano. L’Unione nei minuti successivi dimostrerà una buona gestione del cronometro e del pallone, anche alla luce della superiorità numerica, concedendo solo qualche corner di troppo agli ospiti.
A mettere la parola fine all’incontro ci penserà colui che a tutti gli effetti sta diventando la vera stella di questa squadra, quel Leo Stulac rispolverato da Inzaghi e dal giudice sportivo proprio nel momento decisivo della stagione e che ora sembra diventato il padrone indiscusso della regia arancioneroverde. Sarà un suo piattone dai dieci metri a far scorrere i titoli di coda al match, sfruttando un assist ottimo tanto quanto la prestazione, dell’acquisto invernale Frey.
Il match si conclude sotto una fioca neve che rende ancor più magica una serata in cui l’amore per questi colori ha regnato sulle avversità meteorologiche e logistiche, alimentando i cori della sud nelle richieste al presidente americano per l’ultimo sforzo, chiamato stadio nuovo.
Perché, in fin dei conti, abbiamo un sogno in fondo al cuore….