ESCLUSIVA PSB – Venezia, Candela: “Volevamo partire così. Il nostro calcio? Propositivo e variegato”
Il terzino in esclusiva ai nostri microfoni
Analizzare Antonio Candela vuol dire immegersi in una piacevolissima ballade di calcio, tra posizioni occupate, prestazioni fornite, fasce arate e giocate distribuite. Oggi al Venezia, il terzino destro è indiscutibilmente considerabile uno dei migliori interpreti del ruolo della cadetteria, e il suo rendimento costantemente innalzato verso l’alto gli consegna prospettive che è complicato recintare in alcun limite. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, sono stati diversi i punti toccati con il classe 2000.
Nove giornate sono certamente poche, ma qualche sensazione sul campionato comincia già a emergere. Quella che vi riguarda è di una squadra qualitativa e fortemente consapevole di potersela giocare con tutti. Che percezione che avete di voi stessi?
“Abbiamo iniziato bene, ma partire così era il nostro obiettivo fin dalla preparazione. Siamo consapevoli della presenza di altre squadre attrezzate, ma al contempo conosciamo il nostro valore, certificato dalla presenza di tanti calciatori giovani contraddistinti da importanti potenzialità, accompagnati da elementi di esperienza che agevolano il miglioramento collettivo. Ci sentiamo forti, siamo una squadra che cerca – come si è visto – di provare a vincere a tutti costi ogni partita. L’ultimo esempio è il match contro il Parma, che abbiamo giocato a viso aperto”.
Questa consapevolezza è certamente emersa nelle vittorie ma anche nella reazione dopo l’unica sconfitta, quella contro il Palermo, dove non avete peccato in termini di proposta bensì di cinismo, sottolineando comunque la bontà delle intenzioni. Sarebbe interessante capire come reagite e lavorate dopo un KO.
“Dopo il Palermo eravamo amareggiati ma allo stesso tempo tranquilli, perché reduci da un’ottima partita dove non avevamo assolutamente demeritato. La sconfitta è arrivata per alcuni episodi dove sono stati più cinici loro, ma la prestazione resta. Abbiamo avuto un bel po’ di opportunità, ma questa è la Serie B: il Palermo è una compagine attrezzata per salire, ma l’abbiamo affrontata senza timore, com’è nel nostro stile”
Entriamo nel tattico, in quanto il Venezia non ha cambiato unicamente sistema di gioco. Nella scorsa stagione l’ordine immesso da Vanoli non appena arrivato ha forgiato una squadra fortemente incisiva in transizione e decisamente compatta. In quest’annata avete implementato diversi, ulteriori, principi: una netta predisposizione a giocare il pallone (i lagunari sono quarti per percentuale media di possesso palla, ndr) e, al contempo, notevole lettura delle situazioni, in quanto sapete quando consolidare il palleggio e quando andare in verticale (ulteriori speciali classifiche: il Venezia è quarto per passaggi corti, terzo per passaggi a distanza media, ovvero dai 13 ai 27 metri di distanza, e quinto per passaggi lunghi, ndr), mentre le riaggressioni non sono incessanti ma fatte in maniera razionale. La partita contro il Parma, sotto quest’ultimo punto di vista, è un esempio, dato che avete spesso lasciato ai Ducali la prima costruzione per non lasciare troppa profondità ai loro attaccanti. In che direzione, dunque, sta procedendo il vostro lavoro?
“Giochiamo un calcio propositivo, come questi dati confermano. La nostra forza è quella di essere in grado di giocare con diversi moduli: impostiamo, ad esempio, a tre oppure a quattro. La varietà è una nostra arma, siamo in grado di fare più cose, tenendo dunque in considerazione la specificità di ogni partita. Nel caso del Parma, abbiamo per l’appunto deciso di aspettarli, complici le loro qualità, ma al tempo stesso restiamo in grado di pressare in avanti. Sono considerazione che variano in relazione all’avversario e, aggiungo, anche in base all’andamento dell’incontro. Saper giocare variegate maniere è, a mio avviso, un nostro punto di forza”.
Per quanto concerne te, sei il proprietario della fascia destra e non sembri aver risentito del cambio di sistema di gioco. Quanto e come ti vedi cresciuto complessivamente?
“Penso di essere cresciuto rispetto all’anno scorso, ciò è una conseguenza, tra i vari fattori, del minutaggio che ho avuto a disposizione, perché la continuità permette di migliorare le piccole lacune che inevitabilmente si possono avere. Mi sento un calciatore più maturo, ma so che c’è ancora tanto da imparare e migliorare. Sono, inoltre, agevolato dalla squadra in cui gioco”.
Ciò che sorprende di te è questa tangibile capacità di saper alzare costantemente il livello delle prestazioni indipendentemente dalla richiesta e dalla posizione. Ti avrà probabilmente aiutato giocare in diversi modi e ruoli, dato che nella Primavera dello Spezia hai giocato, ad esempio, esterno alto, mentre con quella del Genoa ti abbiamo visto presidiare la fascia sinistra: è una questione di predisposizione oppure c’entra il tuo modo di intendere e vivere il calcio?
“A livello giovanile ho giocato in diversi ruoli, nella Primavera del Genoa sono stato impiegato anche come mezzala, ovviamente applicando le mie caratteristiche. Posso essere impiegato eventualmente anche a sinistra, ma non mi è mai capitato in questa stagione, così come nella scorsa. Sono dunque in grado di adattarmi molto bene a qualsiasi ruolo sulla fascia”.
In virtù di tutto ciò, che prospettiva ti dai?
“L’obiettivo per quest’anno, giocando a quattro, ergo con più responsabilità in fase difensiva rispetto all’anno scorso, è continuare a lavorare su determinati dettagli, come l’ultimo passaggio e il cross, che sto perfezionando quotidianamente con l’ausilio del mister. Desidero crescere sempre di più e consolidarmi in questa categoria, arrivando sempre più in alto con il Venezia”.
Non ti chiederò l’obiettivo stagionale, in quanto la vostra è una mentalità che guarda alla prossima partita invece che ai prossimi mesi. Dunque, per concludere, come si mantiene un approccio così ininterrotto in un campionato estenuante come la Serie B?
“Questa è la parte più difficile, perché come dice spesso il nostro allenatore è più semplice arrivare in cima che restarci, fattispecie che sta a noi meritare. Il segreto è il lavoro quotidiano, evitando di mollare. Bisogna impegnarsi giorno dopo giorno, la Serie B è un campionato difficile. L’obiettivo è fare più punti possibili fino a febbraio-marzo, quando inizierà un altro campionato: arrivati a quel punto vedremo dove saremo”.