ESCLUSIVA PSB – Angelozzi: “Marino insegna calcio e gioca bene: serve tempo ma piacerà alla piazza di Bari”
Intervista esclusiva ad Angelozzi
L’avvento di Pasquale Marino a Bari ha scatenato diverse discussioni. Tra chi ritiene il Mister l’uomo giusto per la piazza e chi vorrà attendere il suo impatto in un ambiente così caldo, sono diversi coloro che hanno espresso la loro opinione.
In esclusiva ai nostri microfoni è intervenuto Guido Angelozzi, attuale Direttore dell’Area Tecnica dell’ottimo Frosinone, che ha conosciuto Pasquale Marino e che con Marino ha condiviso l’anno in Serie B allo Spezia prima dell’addio dell’allenatore nella stagione precedente alla promozione in A dei liguri. Di seguito l’intervista completa.
Direttore lei conosce molto bene sia Marino che la piazza del Bari: qual è il suo pensiero in merito al suo approdo in biancorosso?
“Ha una storia dietro molto importante anche se dopo Spezia ha avuto qualche disavventura ma fa parte del gioco: fa parte di tutti noi magari scegliere la società non giusta. Con me allo Spezia ha lavorato benissimo ed ha gettato le basi per la promozione dell’anno dopo. Lì erano abituati a giocare negli anni precedenti sulle seconde palle, un gioco un po’ particolare. Invece con Marino abbiamo impostato una squadra per giocare a calcio ed è stata una stagione bella, giocandocela con tutti e raggiungendo i playoff nonostante l’obiettivo fosse la salvezza. Poi ci siamo lasciati perché ha scelto Palermo, prendemmo Italiano ed andammo in A.
Per me Marino è un ottimo allenatore, insegna calcio e fa giocare bene le squadre. La società Bari ha fatto una scelta buona perché Marino ha cose che possono piacere ai tifosi del Bari. Le sue squadre girano bene: non è un Zemaniano ma fa giocare davvero bene, e con concetti giusti, i suoi ragazzi”.
A Marino potrebbe servire del tempo: crede che gli sarà concesso?
“Sono dell’idea che quando si fa una scelta bisogna rispettarla fino in fondo. Per me se la società assieme a Polito ha scelto di prendere Marino è perché ci crede. Per me non esiste che se uno ha un contratto fino a giugno, per tre anni o per quattro anni perché l’unico giudice del nostro lavoro sono i risultati. Se uno fa bene si continua, se uno fa male è giusto cambiare. Bari è una piazza difficile ma se vede che uno lavora bene ti dà fiducia: diamo tempo a Marino per lavorare. Mignani ha lavorato bene, ha vinto la C, ha sfiorato la A e quest’anno la società ha preso questa decisione e va rispettata”.