ESCLUSIVA PSB – Neri: “L’obiettivo primario è la salvezza. I 125 anni? L’Ascoli ha dato tanto al territorio”
Le parole di Carlo Neri, attuale presidente dell'Ascoli, sul suo club e sull'attuale campionato cadetto in corso.
Con la sosta per gli impegni delle Nazionali in fase di chiusura, per le 20 squadre iscritte al campionato di Serie B è tempo di concentrarsi sui prossimi match in programma. La 10ª giornata di Serie B andrà in scena a partire da venerdì 20: al “Tardini” il Parma riceve l’insidioso Como guidato da Moreno Longo.
In vista del prossimo turno è intervenuto ai nostri microfoni Carlo Neri, presidente dell’Ascoli. Neri ha commentato le prime giornate del campionato bianconero e parlato degli obiettivi della società. Infine, il presidente ha espresso il proprio punto di vista globale sul campionato di Serie B. Di seguito l’intervista completa:
Dopo un inizio zoppicante, la squadra si è ripresa con 4 risultati utili di fila. Sulla carta, la prossima partita in programma a Lecco sembra abbordabile: cosa chiedete alla squadra?
“Chiediamo di continuare nel percorso di crescita ed essere coerenti con il lavoro svolto durante la settimana. Ma soprattutto chiediamo di non considerare abbordabile, nel significato negativo che si potrebbe dare, il Lecco ultimo in classifica. Ha tre partite in meno e tanta voglia di riscatto e diverse qualità in formazione“.
È contento dell’operato di Viali fino a questo momento e del nuovo percorso di crescita della squadra?
“Viali è una persona perbene e un ottimo allenatore. Lo staff è di primissimo ordine. Ha pagato lo scotto, insieme alla squadra, di dover assemblare un organico con molti volti nuovi. Ma registriamo con piacere l’inversione del trend, che prelude a più significativi risultati”.
Quali sono gli obiettivi societari per la nuova stagione? I playoff sono un piazzamento raggiungibile?
“L’obiettivo è il mantenimento della categoria. Una volta raggiunta la certerzza della salvezza, si potranno e dovranno porre nuovi e ambiziosi obiettivi”.
Si aspetta di più da qualche reparto della squadra? Ci sono invece giocatori che l’hanno stupita fin da subito?
“Mi aspetto di più dal centrocampo, in cui comunque registriamo l’ottimo inserimento di Francesco Di Tacchio. Aspettiamo maggiore apporto dagli altri interpreti, a cominciare da Caligara, di cui tutti riconosciamo le qualità. Per quanto riguarda i giocatori che mi hanno stupito, scherzando potrei menzionare Viviano. Poi Bayeye, in prestito dal Torino: questo dimostra che l’Ascoli è il luogo ideale per la crescita di talenti, come visto con Frattesi e Scamacca. Chiudo parlando di Pedro Mendes: ha importanti margini di miglioramento e interpreta l’essere calciatore professionista in modo esemplare. È serio, umile e al servizio della squadra: è un combattente nato”.
L’Ascoli celebra 125 anni di storia tra una decina di giorni: come stanno procedendo i preparativi? Cosa si prova ad essere presidente di una realtà calcistica pluricentenaria?
“C’è grande fermento in città e nella regione per i 125 anni. L’Ascoli Calcio 1898 ha avuto tanto in termini di passione calcistica dai suoi tifosi, ma ha anche dato tanto. Non solo per i risultati sportivi, ma anche come collante sociale, culturale, identitario di un territorio. Poter dare ancora, in questi tempi di valori “optional”, un contributo così importante al territorio in termini di promozione economica, rappresenta un grande orgoglio”.
La Serie B è un campionato impegnativo, equilibrato e a tratti logorante: “conta” di più tra l’aspetto fisico o quello mentale?
“Il campionato è difficilissimo, imprevedibile ed entusiasmante. L’aspetto mentale è la stella polare che permette alle altre componenti (tattiche, tecniche, atletiche) di poter incidere nel risultato finale”.