Fedele al Calcio – Parma, questa è la miglior versione di Benedyczak
Il polacco sembra essere definitivamente sbocciato
Nell’effervescente Parma di Fabio Pecchia sono tante le note positive, tanto con riferimento al collettivo quanto, di conseguenza, alla valorizzazione dei singoli che suonano in quest’orchestra che tanta caffeina è in grado di iniettare negli appassionati. Una di queste, calcio e numeri alla mano, è indiscutibilmente Adrian Benedyczak, giunto alla sua terza stagione con i Ducali.
Il percorso di Benek, come viene soprannominato, in Italia è arrivato a un punto in cui la valutazione su questo calciatore può certamente essere completa. Qualità evidenti, atteggiamento costantemente incasellato in un’invidiabile correttezza, duttilità salvifica. Sottolineato ciò, la percezione di questo calciatore era di un elemento dalla musicalità differente, eppure lacunoso nell’ultimo centesimo necessario per diventare dominante. Uno step che, a quanto pare, sembra aver fatto.
Il triennio emiliano ha finora visto il classe 2000 giocare in diverse porzioni di campo: prima punta in un attacco tanto strutturato quanto fluido, esterno d’attacco, laterale di centrocampo. Il polacco ha duettato con centravanti di riferimento oppure occupato gli spazi lasciati dai movimenti dei finti riferimenti, come ad esempio capitato con il Mudo Vazquez nella scorsa stagione. Tutto ciò con la costante iniezione di qualità che lo contraddistingue.
Tratti mantenuti nella stagione in corso, dove il ragazzo ha aggiunto una farcitura di cinismo (da 6 gol in 9 partite, ad appena due dal suo miglior risultato italiano) e di continuità mentale nella partita che lo stanno rendendo mortifero per gli avversari. Riprendendo la sopramenzionata duttilità, sorprende – a tratti incanta – la capacità di Adrian di saper dialogare con diversi tipi di attaccanti: dall’esplosività dell’ottimo Bonny al senso della porta di Colak, Benedyczak riesce a mescolare le proprie caratteristiche a quelle dei compagni di reparto, un tratto assolutamente distintivo. La percezione, osservandone i movimenti, che la predisposizione associativa di Benek lo renda assolutamente camaleontico, una dinamica che porta enormi vantaggi tanto all’allenatore quanto alla squadra in campo. La stagione, ovviamente, comprenderà dei momenti in cui la sorte soffierà in direzioni contrarie, ma la lingua del talento permetterà al polacco di essere sempre compreso, in particolar modo ora che – è bene acclararlo – ne stiamo ammirando la miglior versione.