ESCLUSIVA PSB – Vivarini si racconta: “A Catanzaro mi hanno dato il tempo di lavorare: in Italia è raro. Ecco come andò ad Empoli”
Intervista esclusiva a Vincenzo Vivarini
Artefice di un Catanzaro da record capace di distruggere tutti i record nello scorso campionato di Serie C, le idee di Vincenzo Vivarini stanno venendo fuori con qualità estrema anche in questo primo scorcio di Serie B. Il Catanzaro è nel gruppo di testa al fianco di tre colossi della categoria: punti conquistati meritatamente con una squadra che ha confermato in blocco i protagonisti dell’annata passata e che potrà togliersi belle soddisfazioni.
Abbiamo raggiunto in esclusiva l’allenatore del Catanzaro: di seguito l’intervista completa.
Mister come ha ritrovato la Serie B? Tecnicamente superiore? Tatticamente evoluta?
“L’ho sempre detto e lo ripeto: il campionato di Serie B è per me il più importante in Italia perché ci sono i giovani che vengono messi in campo per la prima volta su campionati professionistici. Soprattutto per i più importanti dà gusto e piacere vedere esplodere il loro talento e veder crescere i ragazzi. In questo momento qui anche gli allenatori in Serie B stanno tirando fuori un calcio particolare e con principi differenti: in cadetteria diversa si stanno misurando per organizzare la squadra al meglio con principi che personalmente in Serie A non vedo ben applicati. La B è sempre un campionato di sperimentazione e molto interessante da seguire e lo sta dimostrando anche quest’anno”.
Il suo Catanzaro ha un’identità fortissima ed una qualità elevata: i vostri risultati sono frutti più della prima o della seconda?
“Il calcio è un gioco di squadra e ci vuole coordinazione tra tutti i componenti della squadra, ci vogliono capacità motivazionali da mettere insieme per l’obiettivo. Poi, però, servono le qualità individuali dei giocatori. Qui a Catanzaro sono riuscito a sfruttare un qualcosa che qui in Italia purtroppo, e sottolineo purtroppo, difficilmente si può avere: ossia la continuità sul lavoro. Da due anni sono riuscito a mettere in pratica una idea tattica che da sempre mi contraddistingue. Ho sempre privilegiato la qualità del gioco e giocatori di qualità ed organizzazione tattica. Questo non si ottiene in un mese ma ci vuole tempo, pazienza e capacità per capire dove poter migliorare e di conseguenza il tempo per farlo.
Qui abbiamo coniugato le qualità individuali dei giocatori, che sono indispensabili, al resto del lavoro. Spesso squadre molto forti non ottengono risultati perché non si ha il tempo per creare un qualcosa di buono, dunque in Italia si dovrebbe concedere all’allenatore il tempo di mettere in pratica”.
Quanto realmente sposta la passione viscerale dei tifosi? Soprattutto: come si tiene coi piedi per terra una piazza che dopo una partenza simile sta sognando?
“Il calcio bello è questo che si vive al Sud. Qui c’è passione viscerale, pathos, c’è sentimento per la squadra, coinvolgimento totale in tutti gli aspetti. È chiaro che nel momento in cui si coniuga una società importantissima come quella del Catanzaro e capacità d’entusiasmo di tutta la città perché a Catanzaro quando si parla di calcio è incredibile e lo avete visto coi tifosi sia in casa che fuori, a Bolzano avevamo tutto lo stadio a nostro favore. Il calcio per me è passione. La piazza la si tiene a bada con la capacità d’equilibrio: la Serie B è molto difficile e le insidie ci sono in ogni partita. Dobbiamo concentrarci su ciò che succede in campo, tralasciando quello che ci gira intorno anche se ci fa molto piacere“.
Mister in questo Catanzaro ed in questo Vivarini quanto c’è delle esperienze passate, tra positive e negative?
“Ho vinto 5 campionato in carriera e ad Empoli è il campionato che ho vinto io. Quando arrivai in Toscana il DS l’anno prima faceva il team manager e dopo la retrocessione andarono via 30 calciatori. La squadra l’ho impostata io col mio staff lavorando intensamente per 6 mesi ottenendo secondo me risultati straordinari. A gennaio c’erano da fare ritocchi alla squadra dopo averla rinnovata ma poi per motivi sicuramente non legati al calcio ma ad altri interessi si è scelto di fare percorsi diversi. Quel lavoro viene fatto passare come un qualcosa di non importante ma è il campionato più bello vinto da me. Bisogna avere il tempo per tirare fuori quello che si ha. Sono soddisfatto di quello fatto negli anni ma penso al futuro perché per me il passato è già dimenticato”.