Palermo, i ricordi di Pastore: “Sabatini figura di riferimento. Vi racconto il trasferimento al PSG…”
Javier Pastore, tra i calciatori più talentuosi di sempre passati per il nostro Paese, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Gianlucadimarzio.com soffermandosi anche sulla memorabile esperienza al Palermo, che lo lanciò nel grande calcio. «Quando lo stadio di un’altra squadra ti applaudono è gratificante, un’emozione simile l’ho vissuta contro la Fiorentina. Milano e Firenze sono […]
Javier Pastore, tra i calciatori più talentuosi di sempre passati per il nostro Paese, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Gianlucadimarzio.com soffermandosi anche sulla memorabile esperienza al Palermo, che lo lanciò nel grande calcio.
«Quando lo stadio di un’altra squadra ti applaudono è gratificante, un’emozione simile l’ho vissuta contro la Fiorentina. Milano e Firenze sono stati 2 episodi molto gratificanti e incredibili. Ero in crescita, venivo dalla tripletta siglata nel derby».
«Milan? Per me erano sempre partite speciali perché era la squadra italiana che mi piaceva di più. Il Diavolo mi cercò diverse volte, anche prima di andare al Psg, ma poi con Zamparini valutai il progetto Psg che aveva in mente di comprare grandi campioni per vincere ovunque. I rossoneri erano una squadra di campioni, e mi cercarono anche dopo. Ammiravo tanto Kakà, già da quando ero all’Huracan: era elegante nei movimenti, faceva la differenza con le sue accelerazioni e l’eleganza con cui portava palla al piede.
Era anche molto umile. Quando il mio agente mi ha dato la sua maglia non ci capivo più niente e pochi giorni dopo sono stato a cena con suo padre: è stata una cosa molto carina».
«Walter Sabatini in rosanero è stato un referente e una figura di aiuto. Ogni lunedì mi convocava nel suo studio e mi faceva vedere dvd di un’ora e mezza in cui mi faceva studiare i miei errori. Mi diceva ad esempio “Abbiamo vinto e giocato bene, ma qui hai esagerato, fatto un tunnel o tocco in più ecc…”. Mi ha fatto crescere tanto e in poco tempo».