Il pensiero del Direttore – Bisoli e l’arte dell’essere concreto: il Sudtirol è difficilmente scalfibile
L'editoriale sul Sudtirol
L’approdo di Pierpaolo Bisoli al Sudtirol ha completamente cambiato le sorti della storia di un club che da anni inseguiva la Serie B. Lo scorso anno, da matricola assoluta, gli altoatesini hanno sognato la Serie A: a bassa voce, senza urlarlo, ma probabilmente ai playoff un po’ tutti ci credevano.
Una favola a cui Bisoli voleva aggiungere la ciliegina che non c’è stata ma che sempre favola resta. Se il primo anno di sorpresa è stato condotto su ali di tattica ed entusiasmo, il secondo, quello della conferma, è sempre il più difficile. Per il Sudtirol un’estate movimentatissima sul mercato: tante uscite rimpiazzati con tanti nuovi innesti e le solite certezze di una spina dorsale confermata.
Per il Sudtirol una partenza sprint, poi una flessione e, in una gara complessa, una vittoria che dà al campionato una risposta. Col successo di Cremona, infatti, Pierpaolo Bisoli ed il Sudtirol hanno scacciato via, prima ancora di farla avvicinare, una sorta di crisi di risultati (mai identitaria) che poteva presentarsi magari perdendo la terza di fila.
Una delle forze del Sudtirol è proprio questa: poter vincere contro tutte, anche in momenti complessi e contro avversari sulla carta più quotati. L’idea di gioco degli altoatesini è chiarissima, per molti opinabile, per il campo sicuramente efficace. Anche a questo giro Pierpaolo Bisoli è riuscito in poco tempo a capire il materiale umano a disposizione ed a far ruotare la sua squadra, come un’orchestra, attorno ad Odogwu, il carrarmato a cui Bisoli non vorrebbe rinunciare mai. Giocare di squadra è il diktat degli altoatesini che, inducendo le avversarie a doversi snaturare, stanno portando avanti un credo tattico molto ben definito. Un credo fatto della peggior media di possesso palla per distacco di tutto il campionato ma che, con concretezza, permette di raccogliere risultati anche quando non tutto gira alla perfezione.