Fedele al Calcio – Palermo, avere Gomes è un privilegio
Analizziamo il forte centrocampista del Palermo
Capita inevitabilmente di incrociare calciatori per i quali la sensazione è immediatamente intensa, pulsante, incapace di restare chiusa nel contenitore della realtà. Elementi che sembrano immessi in un contesto differente rispetto a quello di meritata appartenenza, situazione dunque figlia di miopia oppure di ulteriori dinamiche a primo impatto non immediate. Claudio Gomes rientra indiscutibilmente nella casistitica in esame.
Un calciatore da palcoscenici brillanti
Il centrocampista del Palermo, calcio e caratteristiche alla mano, è un elemento adornato da una completezza tecnico-fattica che il tempo, e le importanti esperienze avuto, hanno levigato e perfezionato. La versione attuale di Gomes è di un calciatore in grado di soggiogare l’imprevedibilità grazie agli strumenti tecnico-tattici a disposizione. Tra le tante cose che rendono il classe 2000 portatore dello scettro è la possibilità di essere utile nelle più variegate situazioni che inevitabilmente si presentano in campo.
L’attenta analisi delle prestazioni di Gomes, per corroborare la tesi, offre un ventaglio di opzioni per descriverne l’operato: il francese sa trattare il pallone come amico, grazie alla notevole proprietà tecnica, così come un rivale, quando è necessario liberarsene perché a richiederlo è la situazione. Il tempo è un marchingegno che i piedi e la mente di Gomes sanno come rendere alleato, in quello che è probabilmente la zona di differenza più elevata tra la Serie B e la Serie A, categoria dove – come lasciato intendere dal titolo – il ventitreenne ondeggerebbe senza patemi.
Quello di Gomes è un motore dalla cilindrata differente, come il calcio contemporaneo richiede, e che gli permette di rispondere presente anche quando c’è da partecipare a una transizione della propria squadra oppure è il momento di accettare che siano gli avversari a tentare l’affettamento dei rosanero.
Un elemento, dunque, che sa essere ovunque e fare qualunque cosa. Forma mentis che il suo pedigree ha aiutato a fortificare: nel Manchester City U23 di Enzo Maresca lo si vedeva incidere come terzino destro o difensore centrale, mentre nelle under francesi aver dialogato in mediana con Aurélien Tchouaméni (ora, come noto, perno del Real Madrid) e Maxence Caqueret (talento affermatosi nel Lione) ne avrà certamente accelerato la crescita.
Viene da chiedersi, per chi ha forgiato un parere che cavalca la stessa onda, come mai Claudio non sia dunque deflagrato nei più importanti contesti, perché i margini di miglioramento sicuramente presenti (in particolar modo per quanto concerne l’incisività offensiva, in quanto chi ha in dotazione un simile talento potrebbe e dovrebbe esplorare maggiormente la via del gol e/o dell’assist) probabilmente non esauriscono la spiegazione: la volontà del City Group di tenerlo con sé sta probabilmente incidendo molto, ma è doveroso sottolineare come, ancora una volta, i calciatori forti viaggino su un treno che non tutti i dirigenti sembra abbiano intenzione di prendere.