Palermo, Brunori: “Giocare qui ti rende un uomo forte. La fascia è un orgoglio”
Le parole del capitano
Era forse destino che le strade del Palermo e del suo capitano, Matteo Brunori, si incrociassero; entrambi sono infatti nati l’1 novembre, a 94 anni e oltre novemila chilometri di distanza: il primo nel 1900 nel capoluogo siculo, il secondo a Macaè in Brasile nel 1994.
Intervistato ai microfoni di DAZN, il bomber rosanero ha parlato del suo attaccamento alla città e al club, ringraziando i tifosi per l’affetto che dimostrano ogni giorno.
Queste le dichiarazioni riportate da mediagol.it:
“Una bellissima coincidenza. E’ il terzo anno che riesco a festeggiarlo insieme al Palermo, sono orgoglioso di questo. Il regalo? E’ un dare e avere. Potrebbe essere un segno del destino, sento Palermo dentro, mi trovo bene e spero di continuare a lasciare un segno positivo in questa società e in questa piazza”
“L’augurio più originale? Tantissimi palermitani hanno un cuore enorme, mi fanno sentire l’affetto in ogni momento, li ringrazio pubblicamente. Mi scrivono: ‘Auguri capitano’. La fascia è un orgoglio, ma a Palermo hai delle responsabilità a prescindere se indossi la fascia oppure no. Palermo ti responsabilizza molto. Giocare a Palermo non è così semplice, ma ti rende un uomo forte. Tutti ci stiamo prendendo delle responsabilità. Poi è normale che indossare la fascia è un’emozione indescrivibile. Palermo è una città che vive di calcio, una società ambiziosa ed è normale che sia così. Tutti noi lo sappiamo e cerchiamo di dare ogni sabato e ogni domenica il nostro contributo per raggiungere un obiettivo comune. Gli incidenti di percorso sono normali in un campionato, bisogna cercare di averne il meno possibile e dare continuità ai risultati. Poi la gente ci viene dietro, abbiamo una spinta maggiore e bisogna portare questa energia in campo. Io trascinatore? Quando sono arrivato qua ho sentito una responsabilità grande, perché ho sentito un’aria positiva, un attaccamento forte nei miei confronti che ho sempre cercato di ricambiare con prestazioni, dando il massimo. Poi in partite viene meglio, in altre peggio”