ESCLUSIVA PSB – Pinto: “Calore ed appartenenza: che piazza Ascoli! Lucarelli un leader nato. Mancuso? Può imporsi come Coda”
Intervista a Giovanni Pinto
Protagonista di una salvezza sofferta con l’Ascoli e di un playoff ben giocato dal Pescara di Pillon, Giovanni Pinto ha cavalcato per anni i campi di Serie C con ottimi risultati. Terzino di corsa e spinta, nelle sue parentesi in Serie B ha sempre messo il cuore in campo e, proprio con l’Ascoli di Cosmi, riuscì a ritagliarsi un posto nel cuore dei tifosi per quella stagione che culminò con il mantenimento della categoria.
Intervenuto ai nostri microfoni, Pinto ha toccato diversi temi. Di seguito l’intervista completa.
Ad Ascoli hai scritto una bella pagina della tua carriera in Serie B: che ricordi hai?
“Ascoli è una piazza molto calda, simile a quelle del Sud. La città è piccola ma ricordo ai playout c’erano 25mila persona per una cittadina di 55mila abitanti ed è seguitissima sul territorio. I tifosi sono molto calorosi e me ne accorsi perché ai tempi le cose non andavano benissimo e durante le contestazioni c’erano tantissime persone a differenza magari di altre piazze dove sono in pochi perché c’è meno calore. Ascoli sotto questo punto di vista si avvicina a piazze numericamente più grosse nel seguire la squadra ed ho un ottimo ricordo”.
L’Ascoli è da tanti anni in Serie B, con qualche brivido verso il basso ed un acuto con Sottil: come vedi i bianconeri degli ultimi anni?
“Ho visto sempre un Ascoli con campionati per salvarsi, riuscendoci sempre, eccezion fatta nell’anno con Sottil quando furono centrati i playoff. Non conosco la proprietà attualmente in essere né tantomeno i progetti a medio-lungo termine: negli ultimi anni non dico che ci si è accontentati, anzi, si è sempre fatto quanto si poteva senza soffrire mai più di tanto”.
A Catania sei stato allenato da Lucarelli che dopo quell’esperienza ha poi dominato e vinto con la Ternana dove si trova tutt’ora in Serie B. Che allenatore è? A cosa può ambire?
“Lucarelli era un sanguigno e carismatico da giocatore e lo è anche da allenatore e lo ha dimostrato a Catania. Nella sua prima parentesi la squadra fece i playoff, poi lui tornò quando la società non aveva tanti soldi. Lui fu un capitano nei confronti dei giocatori ed a nome di tutto il popolo catanese, molto carismatico. A Terni, magari il fatto di aver fatto così tanti punti in C, ha alzato un po’ l’asticella delle aspettative ma la differenza tra B e C è tanta e non è facile imporsi allo stesso modo anche in cadetteria. Io credo che il Mister possa ambire ad alti livelli: è ovvio che l’allenatore deve sempre aggiornarsi per avere successo ma posso dire che Lucarelli è sempre stato molto preparato a livello tattico e tecnico e gli auguro il meglio”.
A Pescara hai giocato con Mancuso in una delle sue migliori forme: secondo te può essere ancora decisivo in B?
“Conoscevo Mancuso negli anni precedenti perché l’ho affrontato spesso quando lui era ancora un esterno d’attacco prima di spostarsi al centro quando iniziò a fare una caterva di gol. Per ciò che ho visto da vicino per me è un grande attaccante per la Serie B: spesso magari può essre fuori dal gioco ma alla prima palla utile la mette dentro e questa caratteristica è solo per i più grandi. Negli ultimi anni probabilmente si è perso un po’ tra Monza e Como ma adesso a Palermo sta facendo benissimo. Per me, come caratteristiche, Mancuso può imporsi in B come fa un Coda ad esempio. Poi ogni stagione è particolare ma ai nastri di partenza la valutazione che ho su Mancuso è sempre quella di un centravanti da doppia cifra facile”.