PSB – Sampdoria, la conferma arriva dai dati: Pirlo deve migliorare la capacità di lettura della partita
Ecco dove il tecnico deve probabilmente migliorare
Le difficoltà della Sampdoria, note e certificate dalla barcollante posizioni in classifica, non possono né devono essere complessivamente e unicamente attribuite ad Andrea Pirlo, chiamato in estate per un percorso di ricostruzione che, com’era preventivabile, sta avendo bisogno di un (affannoso) periodo di adattamento tra le parti. Determinate defezioni, una su tutte quelle dell’esondante Estanis Pedrola, hanno inoltre minato la risalita dei blucerchiati, chiamati ora a invertire la rotta a partire dal match contro il Palermo. Oltre a ciò, in determinate occasioni (due su tutte: Venezia e Südtirol) i liguri avrebbero meritato molto di più, a fronte dei due KO purtroppo patiti.
Fatta questa doverosa premessa, e ricordata la fragilità di una squadra alla ricerca di una corazza che non riesce a cucirsi addosso, la cui mancanza scoperchia problemi tattici e mentali che la rendono farinosa in troppi momenti della partita, l’allenatore ha inevitabilmente delle responsabilità, che i dati aiutano a indirizzare. A questo punto della sua (comunque breve) carriera da allenatore, Pirlo – oltre a idee indubbiamente interessanti e improntate sul desiderio di dominare del gioco attraverso principi propositivi e fluido negli intenti – ha un’area del suo mestiere nella quale dovrebbe intervenire in tempi rapidi: la lettura della partita.
Dati alla mano, l’ex guida di Juventus e Karagümrük è quello che, in cadetteria, incide meno con i cambi, in quanto è uno dei cinque tecnici (assieme a Zaffaroni, Marino, Ballardini e Vecchi) a non aver esultato per il gol di un subentrato (ma è l’unico tra quelli menzionati a essere in panchina da inizio stagione: Zaffaroni e Marino sono in carica rispettivamente da una e due giornate, Balladini da cinque e Vecchi è stato esonerato dopo dieci turni); non finisce qui, dato che solo la Feralpisalò (9) è passata in svantaggio in più occasioni della Samp (8), ma in nessuna di queste situazioni la compagine blucerchiata è riuscita a trovare la vittoria al triplice fischio (2 pareggi e 6 sconfitte). Da menzionare (i dati sono stati raccolti con l’ausilio di Transfermarkt), inoltre, un’altra fattispecie che fa riflettere: nelle sette circostanze in cui la Doria è passata in vantaggio, sono arrivate ben quattro sconfitte: nessuno ha fatto peggio.
Squadra che segna poco, quella allenata dall’ex iconico centrocampista ha mandato in rete cinque calciatori diversi, altra statistica in cui la posizione nella speciale classifica è molto bassa: la modestissima Feralpisalò (3) evita uno sgradevole ultimo posto. Il Pirlo della Sampdoria, mescolando dunque ciò che il campo offre e quanto i numeri cercano di suggerire, è un allenatore moderno nel credo, ma nettamente contrassegnato da una confusionaria ricerca della giusta quadratura (come in parte manifestato dal numero di calciatori impiegati fino a questo momento: 28, più di ognuno degli altri diciannove club di B).
Il luccicante talento di Pedrola, le geometrie di Yepes, l’impatto di Gonzalez, così come lo spessore di Borini e le licenze poetiche di Verre: la luce c’è, ma la positività è sedata in una stasi che non si confà allo status di un club così importante e alla bontà delle idee dell’allenatore, ulteriore sottolineatura, le cui intenzioni sono certamente lodevoli. La Sampdoria deve cambiare marcia, e probabilmente tanto passerà da quello che sembra essere il più grande margine di miglioramento del suo allenatore.