Il pensiero del Direttore – Presunzione, zero rispetto e tanta ingiustizia. Como, perché cacciare Longo?
L'editoriale del Direttore
Il Como ha esonerato Moreno Longo. La prima domanda, logica e legittima è: perché? Moreno Longo ha conquistato 21 punti in 12 giornate, lascia il Como in piena zona playoff e potenzialmente al terzo posto data la gara da recuperare. Considerando che il Como non è di certo la squadra più forte delle 20 di Serie B (sulla carta neanche la seconda, la terza o la quarta), il nativo di Torino stava portando avanti un grandissimo campionato, ma non è stato abbastanza.
Il club lombardo, parole di Suwarso, ora cerca altro: “Vogliamo però intraprendere un nuovo percorso che speriamo possa regalare maggiori emozioni e divertimento ai tifosi del Como e non solo“. Una supercazzola bella e buona per giustificare un esonero immeritato, ingiusto, presuntuoso, incompetente, non corretto, ridicolo, anacronistico ed irrispettoso nei confronti di un professionista che lo scorso anno, dinanzi al disastro di squadra costruito dal Como, si è rimboccato le maniche ed ha portato tranquillamente in salvo la nave che rischiava di affondare ancor prima di essere messa in mare.
L’esonero di Longo da parte del Como è una delle ingiustizie sportive più clamorose degli ultimi anni: un episodio dinanzi a cui la voglia di seguire questo sport viene meno, non vedendo più rappresentati i valori di meritocrazia e di riconoscenza. Ora toccherà all’esordiente Fabregas, ad interim: sarà realmente così? Pare che lo spagnolo dovrà solo traghettare in attesa del fantomatico allenatore capace di emozionare “i tifosi del Como e non solo“, ma vedremo se magari qualche risultato positivo non lascerà in panchina il ben più mediatico ed attrattivo Cesc (in bocca al lupo).
Anche se il Como dovesse vincere tutte le partite dominando in lungo ed in largo la Serie B, nessun trionfo da parte del buon Fabregas o di chi per lui capace di “intraprendere un nuovo percorso più emozionante” oscurerebbe quella che è una vera e propria pugnalata ai valori dello sport. Moreno Longo è una persona perbene, un allenatore capace, che ha vinto e che vincerà ancora.
Questa mossa del Como non nasconderà quanto di buono fatto da un tecnico che in un mondo di privilegiati, allenatori per diritto divino (ex grandi calciatori, superfluo fare nomi) ed altri finiti da ere geologiche, riesce ancora ad emergere per le sue idee che cambiano a seconda del materiale umano che ha a disposizione.
Il Como con la proprietà più ricca d’Italia vuole proiettare la squadra nel futuro: ce la farà, glielo auguriamo, sarà sicuramente così ma di certo non è questo il giorno in ciò è avvenuto. A questo giro, e lo scrivo a caratteri cubitali, A PRESCINDERE DAL RISULTATO FINALE, nulla può giustificare l’illogica decisione presa nei confronti di Longo. Spesso nel calcio ci sono stati visionari, persone controtendenza che hanno preso scelte folli all’apparenza ma geniali sul lungo periodo. Questo potrebbe essere il caso ma, al netto di come andrà a finire la storia, il lavoro di Longo meritava più rispetto e non di essere accartocciato e buttato nel cestino dei “poco spettacolari”.
Caro Mister, alla prossima magari prima di accettare una panchina si accerti che con un certo tipo di calciatori (funzionali per la categoria, per carità, ma alcuni da lei inventati, altri da lei valorizzati ed altri ancora da lei risvegliati da un profondo letargo), bisognerà fare spettacolo e non risultati! Forse riuscirà a tenere il suo incarico anche dopo un percorso grandioso. Si scherza. A differenza di quanto fatto dal Como che è tutto illogicamente e tremendamente reale.