Giuseppe Pastore: “Bari, con Mignani bisognava separarsi a giugno. Marino brillante, ma credevo fosse fuori dal giro”
Parla il giornalista
Giuseppe Pastore, rinomato volto di “Cronache di Spogliatoio”, è intervenuto ai microfoni di tuttobari.com: “Sono nato a Mola di Bari e ho vissuto a Casamassima fino a 18 anni. Seguo il Bari con grande interesse.
Partirei dal trauma che c’è stato questo giugno, un evento che non ha precedenti nella storia del Bari. La sconfitta contro il Cagliari ha avuto un fortissimo impatto anche sulla attuale stagione. Per questo ho sempre creduto che bisognasse prendere una decisione forte e impopolare sin da subito, cambiando anche l’allenatore, non me ne voglia Mignani. Quello che è successo era talmente un punto di non ritorno che se ne poteva uscire solo voltando bruscamente pagina.
Al netto di quell’episodio così triste e che avrebbe potuto tagliare le gambe a chiunque, il Bari si sta tenendo a galla. Nella storia della Serie B non so quante squadre di centro classifica siano arrivate a fine novembre avendo perso solo una partita, per altro contro la prima in classifica. Tutto questo mi fa pensare che ci sia una base per provare a entrare in zona play-off.
La società? Secondo me ha reagito, non è stata a leccarsi le ferite. Hanno fatto un mercato più o meno azzeccato, ma hanno comunque provato a muovere le acque. Il rischio era quello di vivere un campionato un po’ come quello del Verona che nella stagione 2000-01 retrocesse dalla Serie A all’ultima giornata e poi l’anno dopo in B trascorse tutta la stagione a smaltire quel trauma. Temevo che il Bari potesse fare una stagione simile, invece finora qualche segnale c’è, si è intervenuti in tempo e qualche spazio c’è anche sul fronte della promozione.
Nulla contro Mignani che ha fatto una stagione straordinaria, ma bisognava cambiare proprio per quello che era successo. La scelta di Marino mi ha sorpreso: lo credevo ormai fuori dal giro. Il curriculum degli ultimi dieci anni di Marino non è quello di un grande allenatore. Però io ricordo quanto fosse bravo 15-20 anni fa, anche a livello di alta Serie A. Non a caso è stato il maestro di De Zerbi, perché Marino ha sempre dato un calcio brillante alle sue squadre. Se i suoi siano principi di gioco ancora attuali, lo scopriremo strada facendo. I punti fatti sono sempre la stella polare per giudicare un allenatore, soprattutto in Serie B: averne fatti 8, con anche un po’ di rammarico perché potevano essere anche 12, è un buon punto di partenza. Non mi aspettavo un impatto comunque così positivo.
Nasti? Fa parte di quei tanti giovani attaccanti giovani di fisico lanciati dal Milan, il più in voga dei quali è Colombo. È un giocatore che c’è da un punto di vista fisico e anche tecnico, ma che deve trovare un interruttore. Ha un carattere un po’ particolare, deve trovare continuità mentale perché in Serie B il posto non è mai garantito. È un banco di prova importante per lui, dopo l’esperienza di Cosenza dove ha comunque lasciato dei lampi interessanti. Il gol di sabato deve essere seguito da altre prestazioni di alto livello. Ora ha un allenatore che ha sempre fatto segnare gli attaccanti, si pensi a Spinesi“.