ESCLUSIVA PSB – Venezia, Gytkjaer: “Esperienza incredibile, so che arriverà il mio momento. Vanoli? Molto bravo, è un grande lavoratore”
L'attaccante è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni
Difficile presentare in una maniera creativa e poco banale Christian Gytkjaer, reso grande da una storia calcistica che l’ha portato a incidere in ogni landa calpestata. Ha girato l’Europa e segnato ovunque, scrivendo il proprio nome su tabellini sparsi in tante parti del Vecchio Continente. Al fatturato con i club si aggiunge anche quello con la Nazionale danese, dov’è stato protagonista e mai comparsa nelle occasioni in cui è stato gettato nella mischia. Oggi freccia a disposizione del fruttuoso ed efficace arco del Venezia, l’esperto attaccante è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni.
Tre vittorie consecutive, secondo posto in classifica e tanta positività nell’ambiente. Che aria si respira nello spogliatoio?
“Abbiamo una grande squadra e un allenatore molto bravo, questa è la base. Detto ciò, Venezia è atipica rispetto al resto del Belpaese, in quanto solitamente si trovano – è chiaro – calciatori italiani, mentre qui ci sono tanti stranieri, dunque si parla tanto in inglese, questo mi ha reso tutto più facile. Abbiamo creato un gruppo notevole, non solo in termini calcistici ma anche umani: dialoghiamo tanto tra di noi, ciò facilita le cose in campo perché c’è una chimica che si tocca con mano. Nell’organico sono presenti calciatori con esperienza e giovani affamati, dunque c’è una combinazione molto buona di fattori”.
Vanoli si fa continuamente apprezzare per la sua attenzione tanto alla componente tattica quanto mentale. Com’è nel quotidiano?
“È un incredibile lavoratore, che chiede tanto ai suoi calciatori ma al contempo a sé stesso. L’approccio che ha con la squadra è appunto di questo tipo, ma non gli si può dire niente perché è il primo a non mollare mai un centimetro, dalle prime luci del mattino alla sera. Tutto ciò, a mio avviso, gli attribuisce tanta rispettabilità: sa essere duro, ma è una parte della sua grande onestà. Il gruppo lo stima tanto, gli riconosce la dedizione alla causa, è un tecnico incriticabile, che sa come gestire uno spogliatoio. Le prestazioni e la classifica certificano questo discorso”.
Il tuo percorso nel calcio è ampio e variegato: hai giocato in cinque Paesi, segnato in Europa, conosciuto tanti modi diversi di lavorare e vivere il Gioco. Ora ti trovi in una delle compagini maggiormente aperte, serie e interessanti d’Italia, data l’attenzione del Venezia al proprio prodotto in senso lato. Percepisci quest’approccio proattivo?
“È un club davvero internazionale, che può tranquillamente essere accostato, per quanto concerne la gestione complessiva, a realtà ora in Serie A. Tantissime persone comprano la casacca del Venezia, e altrettante nel mondo conoscono questa società. Parliamo di una delle città più famose del globo e i nostri dirigenti hanno compreso ciò, donando impegno e idee ad attività – come ad esempio la comunicazione – in grado di travalicare i confini italiani per rivolgersi a chi è all’estero ma ci segue con interesse. Ho giocato anche a Monza, dove questi tratti erano differenti perché c’era una maggiore italianità. Credo che anche per i giornalisti sia davvero interessante interfacciarsi con il nostro club. Sto vivendo un’esperienza fantastica: risiedere a Venezia e giocare in questa squadra, come si può rifiutare?”.
Condividi il centro dell’attacco con un altro grande centravanti come Joel Pohjanpalo. Vanoli è stato stuzzicato dall’idea di farvi giocare insieme. Come procede la vostra ricerca della migliore connessione tecnico-tattica?
“Serve tempo, com’è fisiologico che sia. Nulla viene creato dal giorno alla notte. È chiaramente l’allenatore a decidere come mettere in campo la squadra, in base a quelle che sono le esigenze del momento. Sono paziente, so che arriverà il mio momento. Joel è un grande attaccante, sta facendo molto bene. A mio avviso possiamo giocare insieme, ma è ovvio che sia un’analisi di competenza del mister”.
Analizzando le tue partite, si ha la sensazione che Vanoli ti chieda di giocare da nove e mezzo, perché ti associ spesso fuori dall’area di rigore con i tuoi compagni. Sei sempre stato un giocatore dinamico, ma credi che questa sia un’aggiunta al tuo bagaglio tattico?
“È una questione che tocca vari punti, tra cui la necessità di contribuire all’equilibrio della squadra. Per quanto si possa essere attaccanti, bisogna comprendere le esigenze complessive, tra cui rientra la partecipazione alla fase difensiva, tanto per me quanto per Pohjanpalo. Ottenuto quanto appena detto, forse io e Joel potremo giocare maggiormente insieme. Una struttura di questo tipo non è così immediata da creare, ma il nostro allenatore è riuscito a fare le cose davvero per bene sotto questo punto di vista: siamo molto abili difensivamente parlando e, al contempo, sappiamo come attaccare e vincere le partite. Farò tutto ciò che è nelle mie possibilità per non venire mai meno ai compiti di supporto utili alla squadra”.
Per concludere: dove pensi che possa arrivare questo Venezia?
“Puoi richiamarmi ad aprile, così ti darò una risposta più precisa (ride, ndr). La Serie B è un campionato davvero difficile, oltre che imprevedibile. Le cose possono cambiare rapidamente: magari prima di Natale c’è una situazione e questa viene ribaltata subito dopo. Detto ciò, siamo in alto e combatteremo per restarci. L’obiettivo di ognuno di noi è lavorare duramente per restare in queste zone di classifica: vogliamo attaccare ancora di più nel 2024”.