Ascoli, la carica dei tifosi: “Sangue agli occhi contro lo Spezia, rendeteci orgogliosi”
Il discorso di incitamento dei 600 tifosi dell'Ascoli accorsi al Picchio Village per motivare la squadra in vista dello Spezia.
L’Ascoli si prepara alla delicatissima sfida-salvezza contro lo Spezia di Luca D’Angelo. In vista del match, circa 600 tifosi bianconeri hanno affollato il Picchio Village per incitare la squadra. Come riporta Piceno Time, i supporters hanno risposto presente dopo il comunicato della Curva Sud (clicca qui per leggerlo). Al termine dell’allenamento odierno, dunque, i tifosi dell’Ascoli hanno effettuato un discorso motivazionale nei confronti della squadra di Fabrizio Castori. Lo riportiamo di seguito:
“Dobbiamo cercare di essere uniti, propositivi, una tifoseria matura per raggiungere il massimo fino a Gennaio, quando la richiesta obbligatoria è che si faccia mercato senza rischiare di perdere la categoria. Per noi è importante restare in Serie B altrimenti possono succedere cose più sgradevoli di una retrocessione per come siamo messi. Oggi qui ci sono vecchi storici, giovani, siamo tutti insieme per un obiettivo comune. Dobbiamo essere equilibrati anche in curva, al quinto minuto non possiamo insultare. Al 90′, se hanno vinto prendono gli applausi, se hanno perso prendono i fischi. Ma noi fino al triplice fischio dobbiamo essere impeccabili. Dobbiamo essere il blocco centrale della curva e se qualcuno va fuori da quello che stiamo facendo tutti insieme, va preso a calci nel c**o e portato via dalla curva, perché si tratta di una mancanza di rispetto. Diamo supporto alla squadra, non è detto che raggiungiamo l’obiettivo”.
“La squadra è in difficoltà, è sotto gli occhi di tutti, possiamo dire che è scarsa, abbiamo giocatori infortunati, siamo messi molto peggio di quando venimmo qui dopo la fine dello scorso calciomercato invernale. Noi dobbiamo cercare di fare il nostro, il bene maggiore che sta sopra tutti noi resta l’Ascoli Calcio. Se siamo qui è per dare un segnale importante che deve essere recepito, al netto degli errori societari che sono chiari, ne parleremo poi in separata sede. Parliamo quindi tra noi e voi squadra di quello che andremo ad affrontare da qui a Gennaio. Abbiamo 4 partite di cui 3 in casa. Mister, sei un tifoso dell’Ascoli, con te abbiamo fatto cose storiche 13 anni fa, sai cosa vuol dire allenare ad Ascoli. Noi vogliamo gente che morda in campo, senza paura, senza colpi di tacco e senza doppi passi. Abbiamo piena fiducia in te, sono passate appena due partite dal tuo arrivo in panchina. Siamo venuti a consolidare il rapporto tra la tifoseria e la squadra per le prossime quattro gare”.
“Dovete guardarvi in faccia nello spogliatoio e capire se volete essere quelli del primo tempo di Venezia, da prendere tutti a calci in c**o, o quelli del secondo tempo del “Penzo” quando abbiamo tenuto nella propria area di rigore una squadra prima in classifica. Quali siete? Siamo rappresentati dalla squadra di quel secondo tempo, ma il primo non va regalato. Adesso abbiamo tre partite in casa, ci siamo rotti il ca**o di perdere in casa, al “Del Duca” non si deve passare. Siete dei professionisti in una piazza in cui si parla solo dell’Ascoli Calcio, non di altre squadre. Avete la responsabilità, da Sabato, di entrare in campo col sangue agli occhi. Se qualcuno non li ha deve essere preso a calci nel c**o nello spogliatoio e a Gennaio se ne va. Bisogna essere degni di questa piazza e sputare sangue. Chi non se la sente rimane in panchina. Siamo la prima squadra delle Marche, la regina delle Marche, non possiamo perdere la categoria. Vogliamo trasmettere qualcosa di importante per far sì, che al termine di Ascoli-Spezia, veniate sotto la curva a sentire gli applausi dopo aver onorato la nostra maglia. Chi non ha personalità deve capire questo discorso e non abbassare la testa, la testa va venuta alta, noi siamo con voi. A Gennaio, poi, ci sarà da intervenire e se non sarà fatto, qualcuno si prenderà la propria responsabilità, su questo potete stare tranquilli, non vi abbandoniamo. Abbiamo fiducia anche nei ragazzi di 18/19 anni, ma occorre sputare sangue, insieme ne potete uscire, solo insieme. Dobbiamo essere una cosa sola, noi e voi e basta, il resto rimane fuori, dai problemi contrattuali agli infortuni. Rendeteci orgogliosi perchè ce lo meritiamo, ogni trasferta dista 400 chilometri quest’anno e noi ci siamo sempre e non vi lasciamo mai da soli!“.