Bari, Marino: “Il tempo delle chiacchiere è finito. Mai parlato di dimissioni con la società”
Marino non cerca alibi
Pasquale Marino, tecnico del Bari, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Südtirol, in programma domani alle ore 14:00 al “San Nicola”.
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Queste – riprese da PianetaBari.com – le dichiarazioni del trainer siciliano:
È servito il ritiro?
“Abbiamo ritenuto opportuno domenica sera dopo la partita di andare in ritiro. Abbiamo organizzato col direttore e col presidente la settimana già da subito. Questa settimana di ritiro non deve essere intesa come una punizione, ma come qualcosa che permetta di avere il senso delle responsabilità del momento, per stare più insieme, per cercare di capire cosa dobbiamo fare di più, visto che ancora non ci esprimiamo al massimo. Quindi secondo me è servito. Chiaramente non fa piacere a nessuno stare lontano dai figli, soprattutto per chi ha famiglia, però era necessario per affrontare una partita per noi importantissima. Da questo punto di vista ho visto il senso di responsabilità da parte dei ragazzi, che hanno accettato abbastanza bene, perché probabilmente abbiamo capito che è il momento di tirare fuori qualcosa in più. Il tempo delle chiacchiere è finito”.
Vista l’emergenza in attacco, è possibile una coppia Sibilli-Aramu?
“Sì, una delle opzioni è questa, bisogna scegliere fra alcuni giocatori. A prescindere da chi gioca, quando ci sono delle difficoltà il gruppo si deve compattare maggiormente per superarle. Ripeto, il fatto di essere stati tutti insieme, sicuramente aiuterà. Io ho la convinzione che sabato possiamo fare un’ottima prestazione, perché ho visto in questi giorni tanta voglia. Spero che tutto quello che stiamo facendo in allenamento lo portiamo in partita. Anzi più che sperare, dobbiamo portarlo in partita, perché c’è bisogno di questo”.
Marino ha mai pensato alle dimissioni?
“Io posso dire com’è andata la settimana. L’ho detto prima, dopo la partita con il direttore, e di conseguenza,
con la società, abbiamo programmato questa settimana di ritiro, come facciamo sempre, sia dopo le vittorie sia dopo, purtroppo, queste sconfitte. Il giorno dopo io, il direttore e il presidente parliamo del momento, ci confrontiamo, e così è stato. Altro non posso aggiungere. Ognuno è libero di scrivere quello che vuole scrivere. Se qualcuno è entrato nella mia testa per scrivere di dimissioni, non lo so. Io non ho parlato con nessuno, perché ha parlato solo il direttore dopo la partita, di conseguenza dobbiamo trarre le nostre deduzioni su quello che è stato scritto e detto. Poi, se ci sono altre cose, non è un mio problema”.
Al Bari manca l’anima?
“Anima, atteggiamento. A Napoli dicono la cazzimma, no? Ci sono tanti fattori che poi alla fine racchiudono il carattere di una squadra. Prima della partita del Venezia io ho accennato a qualcosa, ho detto che quando ci sono squadre che vengono da delusioni o retrocessioni, inconsciamente subentra non dico una depressione, ma l’ambiente sicuramente non aiuta. Non andiamo a cercare alibi, però quest’anno il Bari non è stato molto fortunato. Mi riferisco anche alla prima gestione, perché a partire dall’inizio i giocatori importanti, che in questa categoria fanno la differenza, sono mancati e tanti giocatori sono arrivati dopo e dovevano prendere la forma fisica. Tante situazioni non fortunate che ci portano poi ad avere questo tipo di atteggiamento”.
Cosa non ha funzionato a Lecco?
“Io dico che il primo tempo la squadra ha gestito la partita. Loro hanno tirato in porta su calcio di punizione, hanno preso la traversa su una bravura del singolo. Anche quando ci siamo abbassati nel secondo tempo, abbiamo subito poco. Il nostro portiere ha fatto poche parate, non ci hanno messo sotto né loro né altre squadre, neanche il Venezia ci ha preso a pallate. Invece io mi arrabbio di più, perché dopo che abbiamo preso il gol abbiamo avuto noi tre palle gol: abbiamo avuto un colpo di testa di Aramu, un’occasione di Di Cesare, un tiro di sinistro di Achik che è andato alto. Abbiamo creato di più in un quarto d’ora che non quando facevamo la partita. Quindi quello per cui io mi arrabbio di più è che noi dobbiamo avere maggiore convinzione. Hai la partita in mano, la gestisci come possesso, giochi spesso nella metà campo avversaria, però ci vuole più cattiveria negli ultimi metri per vincere. E bisogna accompagnare di più col tipo di gioco. Sicuramente dobbiamo avere più l’aiuto dei centrocampisti, che si inseriscono con più frequenza, con più continuità negli ultimi metri, perché ripeto dal punto di vista del gioco, il primo tempo siamo stati più in partita e più nella metà campo avversaria, abbiamo sbagliato molto le scelte degli ultimi metri. Perciò dico noi dobbiamo entrare in campo cercando di concretizzare meglio, perché c’è la predisposizione a giocare e dobbiamo essere più bravi negli ultimi metri”.
Quali sono le condizioni di Diaw?
“Vedremo nelle prossime settimane, se ci sarà bisogno o meno di un’operazione. Comunque starà fermo per un po’ di tempo,
perché secondo me prima di gennaio sarà difficile averlo in campo. Da quello che mi risulta dobbiamo aspettare sicuramente altre visite strutturali.”.
Il fatto di giocare senza una prima punta di ruolo può aiutare?
“A prescindere da chi gioca come riferimento centrale, è normale che per caratteristiche devono essere i giocatori bravi a non dare riferimenti, per liberare gli spazi per gli inserimenti. L’obiettivo chiaramente è quello, per i giocatori che abbiamo a disposizione per questa gara, che secondo me va interpretata in una certa maniera. Non voglio illudermi, perché magari, ho visto qualcosa in più questa settimana negli allenamenti, anche perché siamo in difficoltà in qualche reparto. Chiaramente il momento è quello che è, lo sapevamo che perdendo due partite ci sarebbe stata più pressione. Dobbiamo superare questo,
perché le partite non è che non le vinciamo perché ci sono contestazioni. Non dobbiamo cercare alibi, perché dobbiamo essere consapevoli, che questo può accadere. Anche quando prima di queste due partite avevamo fatto nella mia gestione quattro partite otto punti, era una media diciamo abbastanza buona, però c’era tanta delusione, per un motivo o per un altro. Si sa che il Bari vuole sempre qualcosa in più rispetto ad altre piazze, quindi dobbiamo abituarci a questo, in un momento del genere dobbiamo dare e sopperire a tutte queste situazioni di assenza, non dobbiamo avere alibi su questo, perché giocheranno giocatori importanti per questa categoria. Quindi abbiamo comunque la consapevolezza di poter far bene, perché dobbiamo dare un segnale forte anche nelle difficoltà. Il nostro destino lo determiniamo noi, quindi questa è un’opportunità, possiamo ripartire e dobbiamo farlo”.
Menez può essere convocato?
“Io non voglio preservarlo, lo farei giocare pure domani (ride, ndr). Però ci sono dei tempi da rispettare e questo dipende sicuramente dallo staff medico”.
Che settimana è stata per Marino?
“Ho qualche capello bianco ormai. L’ho detto prima come la sto vivendo, come una settimana come le altre, perché ripeto, è partita in una certa maniera. Purtroppo con la delusione della sconfitta l’organizzazione della settimana cambia, ma sono concentrato sul lavoro in campo, a maggior ragione ancora di più, perché siamo sempre insieme in albergo con i ragazzi, si parla, si discute, siamo in partita già dai primi giorni dell’inizio di settimana. Per cui la vivo con una serenità che è quella che devo avere sempre a prescindere, non mi posso preoccupare di quello che può accadere. Non sono abituato a fasciarmi la testa prima di romperla, quindi andiamo avanti con serenità. L’importante è che uno dà sempre il massimo, poi succede tutto e il contrario di tutto”.
Ha l’impressione che la squadra ancora non abbia appreso i principi di gioco di Marino?
“Secondo me l’abbiamo fatto anche a sprazzi, però l’abbiamo fatto. Io credo che quando c’è un cambiamento, c’è bisogno del tempo necessario. È chiaro che se poi le prestazioni vengono accompagnate dai risultati positivi è più facile, quando c’è qualche periodo come adesso diventa tutto un po’ più complicato, però è chiaro che ci vuole del tempo. Noi l’esempio lampante l’abbiamo avuto due settimane fa con il Venezia, che è una squadra che l’anno scorso in questo periodo ha sofferto. Poi hanno cambiato, hanno avuto il tempo di lavorare e sono andati sempre in crescendo, hanno finito bene il campionato, hanno iniziato praticamente con gli stessi giocatori dell’anno prima, e quindi hanno dato continuità al lavoro e stanno raccogliendo i frutti. Sull’atteggiamento, ripeto, il primo tempo noi abbiamo stazionato più nella metà campo avversaria, siamo stati anche aggressivi, abbiamo recuperato qualche palla sulla tre quarti loro. Il Lecco era una squadra difficile da affrontare perché i numeri dicono che hanno battuto il Palermo, hanno battuto il Pisa, è una squadra comunque complicata da affrontare e abbiamo fatto bene. L’unica cosa è che poi nel secondo tempo ci siamo un po’ abbassati, non abbiamo fatto la pressione alta che abbiamo fatto nel primo tempo. Però ripeto, è mancato sempre qualcosa perché quando fai un pressing alto, recuperi il pallone, devi andare più spesso alle conclusioni, devi creare un po’ di più e noi l’abbiamo fatto a intermittenza. Però la continuità di gioco si acquisisce col lavoro”.
Marino riparte dalla difesa a 4?
“In questo momento abbiamo la possibilità di giocare a quattro e molto probabilmente giocheremo a quattro dietro. Poi davanti abbiamo alcuni dubbi, però più o meno l’assetto sarà quello”.
Cosa vuole vedere Marino domani in campo?
“Mi aspetto, come ho detto prima, che facciamo finalmente una bella partita. Voglio vedere la squadra per più minuti rispetto a quello che stiamo facendo a intermittenza. Non ci sono state squadre che ci hanno messo sotto. Però da questo punto di vista è così. Da un altro punto di vista, a parte la mezz’ora con la Feralpisalò in cui non c’eravamo più in campo, ripeto, quando fai determinate prestazioni che rischi poco devi cercare nello stesso tempo di creare molto di più rispetto a quello che abbiamo fatto prima. Mi aspetto pressing, aggressività, voglia di arrivare prima sulla palla, voglia di arrivare prima sulle respinte, sono tutte cose su cui certamente ci stiamo applicando. Io credo che alla fine questi ragazzi sono consapevoli del momento. Per come stanno lavorando la voglia di cambiare registro e di fare risultati c’è. I risultati arrivano quasi sempre attraverso il gioco, qualche volta ti può andare bene, qualche volta vinci qualche partita giocando male. Tuttavia nell’arco di un campionato se non fai bene dal punto di vista del gioco è difficile poi vincere. Non vengono da sole le vittorie, te le devi andare a cercare col sacrificio, con la corsa per aiutare il compagno, da squadra. Ecco, questo è quello che io mi aspetto”.
PB – Il centrocampo è in flessione. Come si recupera un reparto intero?
“Koutsoupias sicuramente ha avuto bisogno di una settimana di riposo, si è allenato poco ed ha recuperato. È normale che nel ruolo di Maiello per caratteristiche abbiamo adattato chi era a disposizione. Acampora ha cercato di farlo nel migliore modo possibile, adesso sta giocando Benali, non mi sembra che abbia fatto male in quel ruolo, penso che lui forse è quello che si adatta di più. Per quanto riguarda gli altri, stiamo cercando di recuperarli tutti dal punto di vista della condizione fisica. Acampora col Venezia non ha giocato perché è stato male, sta recuperando pure lui la condizione. Edjouma sta migliorando negli allenamenti, ma non è solo un reparto, è tutta la squadra che deve cercare di fare qualcosa in più, non mi limiterei soltanto ai centrocampisti”.
Marino può ripartire da Edjouma?
“Il giocatore sta migliorando, tant’è che l’ho fatto entrare in campo. È da 15 giorni che lo vedo in maniera diversa, nel senso che il ragazzo sta cominciando a capire. L’intensità negli allenamenti è diversa, gli inserimenti che lui ha nelle corde sono diversi, quindi sta migliorando, per cui adesso è alla pari degli altri. Può giocare dall’inizio, può giocare a partita in corso, mentre prima ancora c’era un momento di adattamento al campionato, agli allenamenti stessi. Adesso sta bene, è uno di quelli che sicuramente, a prescindere da tutto, a gennaio non si muoverà, perché ha già fatto un trasferimento, e credo che possa essere utile”.
Marino che Sudtirol si aspetta di trovare?
“Non so che novità si possano apportare in quattro giorni. Credo che dal punto di vista tattico vadano sulla falsa riga dell’allenatore precedente, anche se l’allenatore che è subentrato nella Primavera faceva il 4-2-3-1, mentre Bisoli faceva il 4-4-2, ma cambia poco, sostanzialmente gli attaccanti prima magari stavano più in orizzontale, in questa maniera stanno in verticale uno dietro l’altro. Per cui dal punto di vista tattico penso che cambiamenti in quattro giorni non c’è tempo per farli, poi tutto è possibile”.
Dal mercato cosa servirà?
“Bisogna guardare alla giornata, dobbiamo cercare, come ho detto prima, di fare più punti possibili, mettendoci il massimo di ognuno di noi prima di arrivare alla sosta. Come abbiamo sempre discusso con la proprietà fin da quando sono arrivato, si è parlato sicuramente di fare mercato, andare a cercare i giocatori utili a questa squadra, se ce n’è bisogno, poi valutiamo. Aspettiamo gennaio, sicuramente arriverà qualcuno”.
Marino ha avvertito più unione nel gruppo?
“Se a volte diamo la sensazione di non essere al massimo è perché succede inconsciamente che magari non sei in un bel momento. Ci siamo allenati a Modugno e non ci sono persone, ma chi ci ha visto allenarci non può dire che nessuno si è mai tirato indietro. Si vede che c’è la voglia, però al momento dobbiamo fare qualcosa in più. Ci siamo detti il fatto che siamo andati in ritiro è stata un’occasione per stare più insieme e valutare bene i problemi, dobbiamo renderci conto del momento, essere consapevoli e responsabili del momento. Questo deve far sì che in ognuno di noi scatti qualcosa di diverso, qualcosa in più da dare fino all’ultimo secondo di ogni partita. Quindi come ho detto prima il destino è nelle nostre mani, abbiamo la forza e dobbiamo avere le capacità per uscire da un momento di difficoltà, perché a un certo punto stavamo andando anche discretamente per quanto riguarda soprattutto i punti, quindi queste due sconfitte ci hanno rallentato sicuramente. Dal punto di vista psicologico ha influito molto la mezz’ora che abbiamo perso la testa con la Feralpisalò. Non ci dobbiamo arrendere alle prime difficoltà, ma dobbiamo reagire, come dobbiamo reagire bene alle defezioni. Dobbiamo combattere maggiormente per tirarci fuori. Questo è un momento così, dopo due sconfitte è normale che sia così in una piazza dove c’è pressione quindi è normale che ci aspettiamo tutti da noi stessi qualcosa in più”.