Fedele al Calcio – Modena, quanto talento a disposizione di Bianco: i Canarini devono valorizzare i propri impulsi offensivi
Una squadra che ha tanto da dare
È una Serie B, quella in corso, dove stanno proliferando storie, intrecci, speranze riaffiorate, esempi di resilienza e di talento che brilla. In ogni squadra c’è qualcosa da dire, frecce da levigare e da scagliare, risorsa da mostrare e sfruttare. In tale linearità, c’è una piacevolissima sottolineatura da presentare: in pochi – pochissimi – casi, tutto ciò viene concentrato come nel Modena.
Il Modena, mano a mano con il talento
Alla seconda stagione in cadetteria, il Modena già nella passata annata ha messo in mostra una mercanzia qualitativa, accompagnata da tanta positività, arma fondamentale per affrontare il ritorno in cadetteria. La soprintendenza di Attilio Tesser è stata certamente fruttuosa, motivo per il quale la decisione di ripartire con Paolo Bianco ha amplificato la percezione che il club sia dentro un percorso di crescita e modernizzazione della propria filosofia.
Compagine con intenzioni propositive, il Modena al momento non è una squadra che inquina il sonno per il ritmo della propria manovra, che non è – e non è detto che debba arrivare a esserlo – orchestrata con il piede sull’acceleratore. I Canarini, diversamente, arrivano a sorprendere per la varietà delle proprie armi tattiche, ergo delle possibilità da implementare in partita: squadra maggiormente votata ad aggredire che ad attendere (i gialloblu sono settimi per numero di riaggressioni nell’offensive third e sedicesimi nel defensive third), gli emiliani possono poggiare i propri impulsi offensivi sull’estro di Tremolada, numero Dieci di maglia e talento, ma al contempo beneficiare – tra l’altro in una fase, quella in cui viene redatto questo articolo, in cui il trequartista non sta brillando come solitamente gli si è visto fare – della completezza di Palumbo, della (notevolissima) capacità balistica di Bozhanaj e della passione per lo spazio di Duca, specializzatosi in progressioni palla al piede che seminano fiori, in un’annata in cui – tra l’altro, stanno mancando i gol dei centravanti (Abiuso, Bonfanti, Strizzolo e Falcinelli ne sommano sette, in tal senso le tre reti di Manconi hanno dato ossigeno e carburante).
I margini di miglioramento non mancano (diciotto gol in diciassette presenze sono inevitabilmente pochi per una rosa così talentuosa: al momento i dati migliori del Modena sono quelli sulla fase difensiva, che è davvero ben curata in termini collettivi), ma la sensazione è che questa sia una squadra con tutti gli ingredienti necessari per divertire, vincere e disorganizzare le opposizioni degli avversari, così da foraggiare l’ambizione di una dirigenza che sta indubbiamente confezionado qualcosa di pregevole.