Il pensiero del Direttore – Dalla fuga per la A ad emblema dello Spezia da C: l’annus horribilis di Salvatore Esposito
L'editoriale su Esposito
Con l’assist perfetto (al contrario) per Massimo Coda, si chiude un cerchio di certo non brillante per Salvatore Esposito, leader tecnico e carismatico dello Spezia versione caduta libera da un anno a questa parte.
Il play di Castellammare di Stabia si è legato ai liguri poco più di un anno fa. Correva la fine di dicembre 2022 e gli inizi di gennaio 2023 quando Aquilotti e SPAL si rendono protagonisti di un tira e molla serrato che, alla fine, premia la volontà di Esposito che raggiunge l’agognata Serie A. Subito dopo la cessione, il vulcanico Tacopina lo attacca apertamente dichiarando che il centrocampista aveva saltato quattro allenamenti ed aveva la Serie A in testa.
Arriva la replica piccata dell’agente di Esposito, Mario Giuffredi, e la controreplica di Tacopina in quello che è un vero e proprio show verbale che si conclude con il calciatore in A, con la SPAL senza il miglior calciatore (ma con le tasche piene) e con un nuovo capitolo da scrivere.
Entrato poco a poco nelle rotazioni liguri, la permanenza in Serie A dura pochissimo: sei mesi dopo lo Spezia perde il drammatico spareggio col Verona ed il resto è storia nota.
Esposito, calciatore dalle qualità immense e che con la Serie B non c’entra nulla, in questa Serie B sta incarnando tutte le difficoltà dello Spezia sembrando addirittura un centrocampista non all’altezza della situazione. Le sue prestazioni non sono sempre sufficienti, anzi: la sua qualità si inabissa nella mediocrità dello Spezia in quello che per i liguri è un incubo senza fine.
La giocata al contrario che ha servito Coda per il gol vittoria della Cremonese è un punto di non ritorno, un fondo toccato da un calciatore forte (concetto che viene ripetuto a più riprese in quanto oggettivo), che ad oggi è lontanissimo parente di quello che aveva ampiamente meritato la Serie A sul campo.