Garbato, ma non troppo – Al Catanzaro va concesso il diritto di cadere
Non è un periodo negativo a mutare i giudizi sulla squadra di Vivarini
La sconfitta per 3-0 subita dal Catanzaro in casa della Feralpisalò è un evento profondamente inatteso che pone subito in salita il 2024 giallorosso. Dopo aver concluso lo scorso anno con 3 k.o. consecutivi, il successo per 5-3 nella prima sfida del girone di ritorno contro il Lecco aveva illuso che le difficoltà e le debolezze palesate dalla neopromossa terribile qualche settimana prima fossero alle spalle. Il rendimento della fase difensiva, invece, si conferma una preoccupazione costante che in giornate in cui l’attacco non gira può trasformarsi in una sorta di condanna a morte.
La speranza della dirigenza è che l’innesto al centro del reparto di Matias Antonini possa migliorare le cose, anche se il vero scossone del calciomercato resta l’uscita del terzino destro Panos Katseris: enorme plusvalenza, atroce perdita. Al netto degli equilibri che Vincenzo Vivarini dovrà necessariamente ricostruire per onorare fino in fondo un campionato di Serie B cominciato e sviluppatosi oltre ogni aspettativa, le critiche che stanno giungendo ai calabresi risultano eccessive.
Con una rosa con pochissimi elementi esperti di cadetteria e tanti altri che si stanno interfacciando con una realtà nuova, pensare di non subire mai gli avversari era utopistico. L’infortunio di Andrea Ghion, miglior centrocampista in rosa e unico per la sua capacità di incidere in entrambe le fasi, ha evidenziato crepe che erano già presenti ma che erano state abilmente nascoste. La bravura di un allenatore sta proprio qui: riuscire a ottenere il meglio dagli uomini a propria disposizione creando un abito tattico e fornendo delle consegne in grado di valorizzare tanto le caratteristiche dei singoli quanto i risultati di squadra.
Non si potrà chiedere gli stessi identici risultati con due dei calciatori più validi assenti. Vivarini sta studiando le contromosse, che certamente arriveranno ma non potranno essere istantaneamente efficaci. Al Catanzaro va concesso tempo e va riconosciuto uno status incontrovertibile: quello di realtà più bella della cadetteria per gioco espresso nonostante una rosa con cui alla vigilia la massima legittima aspirazione era il mantenimento della categoria. La favola va goduta, non sminuita e polemizzata. I playoff sono ancora ampiamente alla portata.