Fedele al Calcio – Ternana, Pereiro ha già disseminato gemme: un esordio degno del Chino
Un esordio dominante per l'uruguaiano
Ha cominciato la sua nuova esperienza danzando sul rettangolo verde, prendendosi la scena con stoccate non codificabili dalle manovre difensive dei suoi avversari, ammaliati e ammattiti dalla fatale bellezza di un mancino che anche al piano superiore, da dov’è arrivato, aveva suscitato applausi. Gaston Pereiro è il colpo di mercato (in prestito) da voto Dieci, come il numero di maglia doverosamente assegnatogli, della frizzante Ternana, che si prepara a vivere un’importante seconda parte di stagione.
Cagliari, commento che inevitabilmente tocca la tragica scomparsa di Gigi Riva, ha ciclicamente rivelato il proprio amore per il buon calcio – come definito da un altro Eterno, così come Rombo di Tuono, ovvero lo scrittore Eduardo Galeano – e in particolar modo per l’Uruguay. Dal Mago O’Neill, al Principe Francescoli affiancato da Fonseca, passando per altri profili che hanno inciso in maniera più o meno rivelante sull’isola. Un ponte, quello tra la Sardegna e l’iconico Paese sudamericano, probabilmente legato dalla tangibile e inscalfibile appartenenza e spirito identitario che ne accomuna i modi di stare al mondo.
Pereiro fa parte di questo gioviale discorso, seppur le sue fortune tinte di rossoblu non siano state poi così numerose. Tanta, tantissima, qualità, eppure la percezione che la sua miglior versione – quella vista in Olanda con il PSV e nei suoi inizi in patria, al Nacional, non si sia mai realmente palesata. Un mancino stordente, in grado di generare ipnosi calcistica in chi ne osserva la manifestazione, ma accompagnato da un senso di incompletezza quasi carezzevole, in un certo senso romanzesca, come se il pacchetto della qualità vada preso così, concedendo alla classe dei picchi di protagonismo senza doverle al contempo richiedere un dominio nel Gioco Gioco.
Cresciuto sotto i raggi propagati da Alvaro Recoba, con cui ha giocato al Nacional e che porta con sé in ogni istante grazie al tatuaggio sul suo braccio destro, dove il volto dell’ex Inter troneggia, è il Chino il grande idolo – e la grande ispirazione – del trequartista, che nei 6 mesi passati in prestito proprio nell’iconico sodalizio di Montevideo, dov’è tornato da gennaio a giugno 2023 per ritrovare continuità e fiducia, ha tra l’altro giocato anche come Doble 5, ovvero nei due di centrocampo.
L’annata in corso non l’ha visto protagonista – anzi – con il Cagliari, motivo per il quale la Serie B e la Ternana ne hanno piacevolmente riaccolto il talento, consapevoli di aver fatto nuovamente proprie le prestazioni di un calciatore con la tavolozza dei più grandi artisti. La prima partita contro l’energico ma percosso Cittadella ha confermato ciò: un gol, due assist, tunnel, innumerevoli tocchi di suola, gemme disseminate su un rettangolo verde diventato un teatro con una platea invitata all’esibizione di un sontuoso direttore d’orchestra. Un esordio incantevole, proprio come il suo Maestro El Chino.