Garbato, ma non troppo – L’Ascoli e la “castorizzazione”, una scommessa pericolosa
Soluzione o azzardo?
Come il Perugia lo scorso anno, l’Ascoli nel proprio momento più difficile ha scelto di affidarsi a Fabrizio Castori. Nonostante una squadra inizialmente costruita per un sistema di gioco diverso come quello di William Viali, con l’ansia della retrocessione in Serie C la società marchigiana ha puntato sul carisma e l’attitudine di un uomo esperto nella navigazione del mare in tempesta.
La ricetta è stata sin da subito la solita: un 3-5-2 molto compatto votato alla prestanza atletica, prestazioni di carattere, difesa meno battuta e classifica in movimento. Pur non brillando, l’allenatore è arrivato a gennaio nelle condizioni di poter chiedere profili funzionali alle sue esigenze. Per la salvezza è stato condotto un calciomercato importante. Sono giunti fedelissimi quali Riccardo Gagliolo e Valerio Mantovani e altri uomini di grande esperienza come Sauli Vaisanen e Luca Valzania. A questi si aggiungono Raffaele Celia e una serie di scommesse nel reparto avanzato.
Il diktat è chiaro: gente pronta, che conosce un certo tipo di proposta e aiuta il mister ad attuarla inserendosi sia nello spogliatoio che negli schemi. Un anno fa non ha funzionato bene e anche adesso, a seguito del k.o. col Südtirol in casa, qualche dubbio sorge. L’Ascoli è 16° in classifica e perdendo lo scontro diretto si trova adesso a 5 punti dalla salvezza diretta e a una sola lunghezza di vantaggio dalla zona retrocessione. 10 punti in 10 partite, una media certamente insufficiente per arrivare all’obiettivo.
Le gare giocate con enorme spirito e dedizione, fruttate punti su campi prestigiosi contro squadre molto attrezzate, cedono spesso il passo ad altre in cui la fatica a produrre situazioni pericolose diviene un macigno pesantissimo. La Castorizzazione polarizza enormemente le squadre. Ci sono organici in grado di adattarsi a quella mentalità e trasformarla in un punto di forza perenne e altri che pur seguendo le idee del proprio tecnico finiscono per smarrirsi e accumulare incertezze. Non bastano 2 fedelissimi, ma neppure 6-7, per garantire la riuscita dell’innesto. La società ha corso un rischio e dati gli investimenti compiuti nelle due sessioni di trattative e il valore stesso della rosa perdere la scommessa della salvezza sarebbe davvero un peccato gigantesco.