Ascoli, Streng: “Ho capito subito il calcio di Castori. Un piacere giocare con Mendes”
Parla l'attaccante
Jeremiah Streng, attaccante finlandese dell’Ascoli arrivato poche settimane fa dal Seinäjoki, ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali del club.
Ascoli, parla Streng
Ecco le dichiarazioni del classe 2001: “Il mio soprannome ‘luccio’? Nella mitologia finnica il luccio è un animale molto considerato e rispettato, è un pesce veloce e opportunista, mi chiamano così perché trovano delle affinità con le mie caratteristiche: fisicità, potenza fisica, velocità, corsa in profondità, stacco di testa sono le mie qualità, insomma sono un attaccante da area di rigore. Ho scelto il numero 11 perché mi ha portato fortuna nelle giovanili.
Mi sto ambientando e sto imparando l’italiano, qui il clima è più mite – in questo periodo in Finlandia si scende fino a -10° – Ascoli è una città carina, si vede che c’è molta storia, poi si mangia molto bene e le persone vivono senza stress. Ho cambiato molto le abitudini precedenti, come gli orari di cena, da noi si mangia alle 17:30 e poi spuntino alle 20:00.
L’esordio a Como? È stata una partita difficile, quando sono entrato avevo emozioni di ogni tipo, è stato un momento importante della mia carriera e per la mia famiglia, che per me ha fatto tanti sacrifici e quindi anche i miei genitori erano emozionati per me e contenti per la vittoria.
Ho capito subito che tipo di calcio vuole il Mister, chiede aggressività, la voglia di vincere i duelli, la determinazione. Diciamo che, vista l’importanza della partita e la spinta della tifoseria, non è stato complicato “castorizzarsi”. Cerco sempre di dare il massimo, non mi preoccupo mai se partirò dal 1’ o subentrerò perché la decisione spetta al Mister; mi preoccupo solo di dare il massimo anche fosse per pochi minuti.
Con Mendes è un piacere giocare, ha caratteristiche simili alle mie e quindi ci capiamo al volo in campo, possiamo giocare vicini e vincere molti duelli. Quando col Sudtirol è entrato Rodriguez, è cambiato modo di giocare, Pablo è tecnicamente veloce, posso creare spazi per lui e più opportunità di fare gol.
Qui gli allenamenti sono più intensi così come la partita, sono uno che impara in fretta, quindi anche i primi giorni parole come “uomo”, “solo”, “sali” e “destra-sinistra” le ho apprese subito, sono le più usate in allenamento, poi la lingua del calcio è universale. Anche i compagni mi danno una mano, Vaisanen, Botteghin, Viviano e Quaranta mi traducono durante le sedute video. L’arrivo di Vaisanen è stato molto importante, mi aiuta tanto, mi spiega l’italiano, lo conoscevo come calciatore, ma non personalmente e siamo diventati subito amici, ci frequentiamo anche nel tempo libero“.