Bari-Lecco, Iachini: “Ho chiesto ai ragazzi di tirare fuori la personalità. Menez? Ho avuto Ribery”
Le parole di Beppe Iachini post Bari-Lecco
Buona la prima per Beppe Iachini quest’oggi al debutto sulla panchina del Bari.
Le parole di Iachini
Queste le sue parole in conferenza stampa post partita: “La squadra deve diventare figlia del proprio allenatore, l’ho detto anche ieri. Non abbiamo fatto nulla, mi è piaciuto l’approccio dei ragazzi compatti e aggressivi. La squadra è stata brava a non concedere occasioni, sono dispiaciuto per il gol subito ma non è stata colpa di Brenno. Sono dettagli dove dobbiamo continuare a lavorare. Io arrivo e faccio l’allenatore, cerco di lavorare su ognuno di loro. I ragazzi avevano bisogno di segnali, avevamo preparato dei movimenti facendo delle buone cose. I ragazzi erano un po’ abbattuti, la pressione ti toglie un po’ di serenità e avevo chiesto loro di essere forti sul piano della personalità. Dobbiamo essere noi a trascinare la squadra. Ho cercato di dare organizzazione. Ho visto i ragazzi che fino all’ultimo secondo sono stati in partita. Ho visto tante cose di buone, abbiamo margini di crescita e ci lavoreremo. I ragazzi sono stati bravi dopo una settimana pesante, anche bravi sui piazzati i duelli vinti. La mentalità e l’atteggiamento sono importanti».
Iachini parla dei singoli: «Stiamo aspettando tutti. Benali l’avevo allenato, sapevo cosa poteva dare. Maiello viene da un crociato, ha un grande cuore. Noi cercheremo di farlo rientrare gradualmente. Mi aspetto una grande mano, anche da chi non è entrato. Dico a tutti i di tenersi pronti e affrontare ogni partita e prepararla al meglio. Trovare lo spirito e la mentalità, per vincere il più possibile. Dobbiamo essere una squadra di carogne».
Su Menez e Puscas: «Alla Fiorentina mi è capitato Ribery. Non sono uguali le gestioni. È normale che con lui ci ho parlato, ogni giocatore ha una sua chiave di ingresso. Un giocatore di livello, che come Maiello ha recuperato in tre mesi, ci ha messo il cuore. Puscas è arrivato a gennaio, non giocando quasi mai al Genoa. Sta cercando di provare e trovare la condizione. All’intervallo in altri tempi avrei fatto una scelta diversa, ma l’esperienza mi ha insegnato di pazientare. Siamo stati premiati, anche se chiaramente dobbiamo migliorare».
Il ricordo del nonno: «Ci stava un po’ di emozione nel ricordo di quando ero piccolino. Non ha potuto godere della mia carriera. Mi chiedeva dall’ospedale se avessi esordito e 30 secondi dopo è morto. Ho vissuto con lui quando ero piccolo, ero molto legato. Mi auguro un giorno di potergli regalare qualcosa di importante».