15 Marzo 2024

Bari, Polito: “Mi sento in discussione, ma in tre anni ho più vinto che perso. Dobbiamo salvare la categoria”

Ciro Polito, direttore sportivo del Bari, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del cruciale incrocio contro la Sampdoria per fare il punto sulla sfortunata stagione fin qui attraversata dai Galletti. Ecco quanto ripreso da PianetaBari.com: «Domani abbiamo una partita particolare, è un momento delicato. Bisogna tutti insieme trovare delle forze, compattarci bene. La classifica […]

SSC Bari

Ciro Polito, direttore sportivo del Bari, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del cruciale incrocio contro la Sampdoria per fare il punto sulla sfortunata stagione fin qui attraversata dai Galletti.

Ecco quanto ripreso da PianetaBari.com:

«Domani abbiamo una partita particolare, è un momento delicato. Bisogna tutti insieme trovare delle forze, compattarci bene. La classifica non è felicissima, un pizzico di sana paura serve per alzare il livello, ma non la negatività. Mi sento come un genitore, non posso abbandonare un figlio. Il Bari è figlio della città, non è nato fortunato, oltre che adesso essere in difficoltà. Proprio per questo tutti oggi bisogna guardare alle proprie forze, per salvaguardare il patrimonio della città che è la categoria. Noi siamo sempre qui a prenderci le nostre responsabilità. In 2 anni ho quasi sempre vinto, quest’anno mi sta servendo. Non dormo la notte per cercare di trovare soluzioni. Tutti insieme dobbiamo cantare e tifare, poi vedremo quello che succederà. A fine anno facciamo i processi».

Domani conta solo vincere?
«Siamo a mezz’aria, se perdi c’è il pericolo, dobbiamo sentirlo tutti. Noi e la città».

La squadra deve trascinare il pubblico?
«Non intendo dire che il pubblico è venuto meno. Quando si vince prendono gli applausi, adesso sono giuste le critiche. La squadra deve fare di più per far sì che la tifoseria gli venga dietro. L’impegno non manca, le ultime trasferte sono state 3 sconfitte. Non voglio accontentarmi pensando che abbiamo fatto belle partite. Domani dobbiamo portare a caso il risultato, la gente ha bisogno di queste e noi dobbiamo farlo».

Il Bari è davvero una squadra forte?
«Per me è un Bari forte, ma non è diventata una squadra. In B tutte le squadre hanno giocatori forti. A gennaio abbiamo preso Puscas, un signor giocatore che l’avrei preso altre 100 volte. Purtroppo non hanno ancora reso come previsto. Non collimano con quello che avevo pensato all’inizio. Dalla settima in giù possono andare sotto o sopra, ci sono almeno dieci squadre in ballo. Bisogna avere il sangue agli occhi, anche se non siamo partiti per salvarsi».

Il gruppo è unito?
«Quando si vince è più semplice, quando si perde è sempre più complicato. Il Levante come noi ha perso al 120′ la finale playoff e ora è ai margini della zona playout. Ripartire è difficile. Ci sono altri problemi, questa è una squadra di ragazzi che si impegnano».

La squadra è pronta a lottare?
«La squadra lavora bene, lotta, corre. Il mister è un martello continuo, purtroppo il furore manca. L’anno scorso all’ultimo abbiamo vinto tante partite, quest’anno non ne abbiamo recuperato una. La paura ti deve far alzare i giri, accontentarsi non fa parte del mio essere. Menez e Diaw non li abbiamo mai avuti, Maiello è reduce dal crociato sebbene si sforzi. Ad oggi non abbiamo tutti al 100%. Dobbiamo unirci tutti insieme e portare il pane a casa».

Polito si è mai sentito in discussione?
«Tutti i giorni sono in discussione, però nel bilancio dei tre anni penso di aver fatto più cose positive che negative. La forza di un dirigente è creare sostenibilità. Sotto il mio operato lascio all’opinione pubblica. I giocatori di contratto li abbiamo, vedremo come incrementare la rosa sia con Iachini che con Polito».

Cosa dice Polito alla città?
«Devo dire o promettere poco. Se prima ero un idolo e ora non lo sono, dipende dai risultati. Marino è arrivato e ha dato un’idea di gioco per invertire il trend. Nell’ultimo periodo si era un po’ calato all’intensità, per cui abbiamo deciso di cambiare allenatore. Ora c’è una squadra che può fare più moduli, sarà lui a scegliere. Io vivo la città come se fosse la mia. Penso sia un momento come un litigio in famiglia, poi si vedrà che succederà».

Un limite della squadra qual è?
«Un limite della squadra è quello di non riuscire a fare il salto di qualità. Ora dobbiamo stringerci tutti insieme per evitare il peggio, poi vedremo che può succedere».

Antenucci e Frattali sono rimpianti?
«Io non ho mai cacciato nessuno. Antenucci e Frattali hanno voluto andare via, a differenza di Di cesare che resta e resterà anche fuori dalla carriera. Mirco ha avuto un’occasione dalla Spal per essere protagonista. Noi facciamo il bene del Bari, non ho rimorsi. Sibilli è una soddisfazione, come Matino».

PB – Il problema è la mancanza di gol da altri reparti?
«Se i gol sono divisi tra tutti i reparti i punti li fai. Quello che manca alla squadra sono i calci da fermo, noi abbiamo fatto pochissimi gol da palla inattiva. Sfruttiamo poco gli episodi, i dettagli, che non riusciamo a portare dalla nostra parte».

Perché il Bari fa fatica a chiudere le partite?
«Siamo gli ultimi a voler recuperare una partita al 90′. Questo vuol dire che abbiamo un limite. Dobbiamo cercare di correre e in fretta. Veniamo a sostenere la gente. Alla fine hai ciò che ti meriti».

Polito crede alla salvezza?
«Non è in discussione che ci creda. La mia forza è maggiorata, perché mi sento personalmente in debito».