Bari, senti Orsi: “L’ambiente andrebbe compattato. Ora non va sottovalutato niente”
La riflessione dell'ex portiere
L’aria che si sta respirando in casa Bari è estremamente pesante e le due sconfitte consecutive contro Venezia e Sampdoria non hanno fatto che peggiorare la situazione, con la squadra, al quindicesimo posto, che al momento deve preoccuparsi di salvare almeno la categoria. Ai microfoni de La Gazzetta del Mezzogiorno ha parlato Ferdinando Orsi, ex portiere e bandiera della Lazio, che si è soffermato sul momento dei biancorossi:
“Lottare fino all’ultima stilla di energia, uscire dal campo raccogliendo sempre qualcosa, comprendere la gravità della situazione: il Bari non deve sottovalutare alcun particolare“.
“Il torneo è evidentemente suddiviso in più blocchi, con il Parma una spanna sopra tutte ed ormai vicinissimo alla serie A. Quindi Venezia, Cremonese e Como si giocheranno il secondo posto che vale la promozione diretta. Palermo e Catanzaro sono sicure di un piazzamento playoff e ci sono ancora due posti da assegnare per gli spareggi, con tantissime compagini coinvolte. Ma la classifica è cortissima: oggi chi può guardare in alto deve comunque tenere un occhio alle spalle perché basta perdere una gara per ritrovarsi impelagati in altri discorsi. Allo stesso modo, la situazione è fluida in coda: il Lecco sembra condannato, la Feralpisalò è a rischio, ma appare più viva che mai. Perciò, ci sarà da battagliare.”
“Il Bari si è fermato al 93’ della finale con il Cagliari: il gol di Pavoletti ha rotto tante cose. Una squadra che funzionava a meraviglia è stata modificata troppo, un pubblico che ha fatto innamorare l’Italia del pallone si è portato dietro una delusione troppo grande da sopportare. Da quell’evento, tutto è partito in ritardo proseguendo in sordina. Si è sempre detto: con una vittoria o due ci si ritrova in alto e cambia tutto. Invece, ora è stata presa una china molto pericolosa che non va sottovalutata per alcun motivo“.
“Di stagioni che vanno male perché reduci da un grande dolore precedente è pieno il calcio. Basta vedere quanto sta accadendo in A a Napoli e Lazio, anche se in quei casi vedo un pizzico di presunzione nell’essersi sentiti troppo bravi. Nel Bari, invece, non noto questa componente: ho visto diverse partite dei biancorossi notando sempre una squadra molto applicata, ma allo stesso tempo dominata dalla tensione, poco serena mentalmente, come se ci si sentisse costantemente in debito con la piazza. Beh, ora la sveglia è suonata fortissima: ogni retaggio del passato va scacciato e bisogna fare appello ad ogni risorsa tecnica e psicologica“.
Sull’atteggiamento con cui affrontare le prossime partite: “Con lo spirito di disputare ogni gara come se fosse l’ultima. Servirebbe compattare anche un po’ l’ambiente che ho visto comprensibilmente scosso e diviso nei riguardi della società. Però non bisogna dimenticarsi la fatica profusa per tornare in B dopo il fallimento: d’accordo, la cadetteria non sarà mai una dimensione accettabile per una città così grande e appassionata, ma resta la base su cui costruire le ambizioni. Un passo indietro sarebbe clamoroso e porterebbe a chissà quali conseguenze. Perciò, l’unità di intenti è fondamentale. Il calendario? Ho visto i biancorossi giocare alla pari con Catanzaro e Venezia, essere superiori in larghi tratti alla Sampdoria, non ho l’impressione di un gruppo allo sbando. Ecco, in tal senso la serie B ha il grande vantaggio dell’equilibrio: si possono raccogliere punti contro chiunque. E poi due punti di margine ad otto turni dal termine della regular season non sono pochissimi: occorre la praticità di portare a casa qualcosa anche quando non si può vincere difendendo quel piccolo tesoretto di vantaggio con unghie e denti. In fondo, tocca agli altri inseguire“.
Su Iachini: “Non penso che Beppe sia responsabile degli ultimi risultati. Iachini è un “top” per la categoria, ma è soprattutto una persona umile, appassionata. Non è certo lui che avrà problemi a sporcarsi le mani per uscire dalle secche. Se ha scelto una sfida del genere, lo ha fatto guardando soprattutto in prospettiva. La base è restare in B possibilmente senza eccessive sofferenze. Poi ci sarà tempo per costruire“.
Sul rientro di Diaw e Menez: “Senza dubbio e la loro prolungata assenza pesa sulla classifica. Forse non avranno l’opportunità di raggiungere la migliore condizione, ma non è detto che debbano essere impiegati stabilmente: avere soluzioni da utilizzare a gara in corso è fondamentale. E con loro Iachini si ritroverebbe calciatori che nella categoria possono fare la differenza“.
“La delusione non si cancella, ma ora non serve. Non è che Bari debba festeggiare una salvezza in B, ma nemmeno complicarsi la vita per ottenerla. Meglio tenere la barra a dritta per incassare il minimo sindacale. Poi, urgerà un chiarimento della proprietà sui progetti futuri che dovranno partire senza indugio“.