La voce del tifoso – VeneziaMestre da sballo!
Ci sono giornate che non si possono descrivere, ci sono attimi che non si riescono a spiegare. La stessa gente, la stessa strada, gli stessi bacari di sempre, ma nell’aria qualcosa di diverso. Camminare tra le calli della città più bella del mondo è già di per sé un’esperienza mistica, un viaggio quotidiano tra arte, […]
Ci sono giornate che non si possono descrivere, ci sono attimi che non si riescono a spiegare. La stessa gente, la stessa strada, gli stessi bacari di sempre, ma nell’aria qualcosa di diverso. Camminare tra le calli della città più bella del mondo è già di per sé un’esperienza mistica, un viaggio quotidiano tra arte, storia e vita, ma l’avvicinamento a Sant’Elena di questo sabato pomeriggio aveva qualcosa di diverso, di speciale. Partendo dalla terraferma le sciarpe arancioneroverdi al collo di centinaia di persone tuffavano i ricordi a più di un decennio orsono, quando l’orgoglio di portare quei colori era tutto ciò che contava, d’accordo, ci si scontrava spesso e volentieri discutendo degli squadroni della serie a, ma il VeneziaMestre era la nostra passione, la nostra ragione di vita, la nostra gioia. La serie a.. il punto più alto di quell’epoca, in cui in città non si discuteva d’altro che di Maniero e Recoba, del sogno europeo e del nuovo stadio…
Poi, il brusco risveglio. Un padre padrone che decide di liquidare tutto, in primis i nostri sogni, e di traslocare il suo business in quella Palermo che per anni è diventata l’obiettivo della nostra gelosia e delle nostre aspirazioni infrante. E da lì in poi l’oblio, i fallimenti, anni ed anni di serie minori, i ragazzi di Venezia e di Mestre che crescevano senza nemmeno sapere di avere una squadra a rappresentarli, distaccati dalla loro stessa storia, ancorati ad un pallone visto solamente alla tv e lontano centinaia di kilometri. Sempre di meno gli irriducibili legati da una passione quasi inspiegabile a questi colori, martoriati da una gestione societaria dopo l’altra, condannati a vivere un amore mal corrisposto.
Ma ci sono istanti che cambiano la storia, e persone che sconvolgono il tuo mondo. La scelta di Tacopina di investire nella nostra squadra è uno di quelli ed anche se non sappiamo dove tutto ciò ci porterà in futuro, la giornata di ieri è il segnale che la brace unionista ha ricominciato ad ardere con una forza che pensavamo impossibile. I ragazzi di ogni età a gremire una curva ed uno stadio ribollente di passione, una carica fin dal riscaldamento che non si respirava da almeno un decennio, una voglia di trascinare questa squadra verso un sogno tanto pazzo quanto possibile per ciò che si vede su quel magico rettangolo verde.
Vorrei, e dovrei, raccontare di una partita di pallone, ma questa volta non avrei molto da dire se non che il match tra VeneziaMestre e Palermo è stata semplicemente la partita perfetta, un dominio dal primo all’ultimo istante, una dimostrazione di superiorità tecnica, tattica ed atletica che raramente si vede in questa fase della stagione. Al netto di una formazione ospite in evidenti difficoltà strutturali, c’è da raccontare di un’Unione che ha accolto fino all’anima lo spunto dei ragazzi della sud che in settimana hanno caricato a loro modo i giocatori di Inzaghi. La concentrazione, la garra, la precisione e l’intensità di questa partita lambiscono la perfezione, figlie di una sfida preparata meticolosamente dal tecnico emiliano ed il suo staff. Le reti magnifiche di Suciu, forse il migliore in campo, e Stulac, con la ciliegina della segnatura in mischia di Andelkovic, lasciano il sapore della chiusura di un cerchio maledetto che c’ha fatto perdere anni ed anni di gioie e soddisfazioni, ma che ora ci regala l’aspirazione di un orgasmo aspettato per troppi lustri.
Da Palermo a Palermo. Da Zamparini a Zamparini. Da una curva in contestazione ad una strabordante di entusiasmo. Hai provato a toglierci tutto Mr Emmezeta, mi dispiace, hai perso, tre a zero.