Lecco, Malgrati: “Non accetto gesti che vadano contro il gruppo. Le voglio vincere tutte”
La conferenza stampa
Il Lecco del presidente Paolo Di Nunno cambia ancora guida tecnica e si affida da qui fino al termine della stagione ad Andrea Malgrati, vice allenatore della squadra dal 2021 fino al 12 febbraio. Pochi giorni fa è arrivata quindi la chiamata per il ritorno che lo proietta già alla prossima gara di campionato contro lo Spezia, intanto in conferenza stampa le sue prime parole riportate da leccochannelnews.it:
Il ritorno – “Mi sono confrontato con il presidente e con mister Foschi, avevamo già espresso la volontà di non collaborare più insieme; ci sono stati momenti bellissimi, ma i rapporti lavorativi s’interrompono: il presidente ha insistito e ci siamo confrontati in una telefonata a tre, ognuno ha proseguito per la propria strada e ora sono qua. Anche con Bonazzoli, prima, abbiamo avuto un confronto. Non sono più come prima, bisogna avere un rapporto stretto con i giocatori e moltissimo confronto, come ho sempre avuto con Fracchiolla: è stato un rapporto lavorativo importante, ci sono state delle divergenze che ho espresso a lui e alla società quando ero insieme a Emiliano. Non so se torneremo a lavorare insieme”.
La squadra – “Il primo giorno mi aspettavo di trovare quella condizione, se siamo arrivati a questo punto è colpa di tutti. Sapevo di trovare una situazione così, ci sono passato da calciatore e non è facile intervenire in questi momenti. Si può toccare l’aspetto mentale, si è passati da un tipo di calcio a uno completamente diverso, preparazione compresa: il dato di fatto è che c’è una situazione in cui si sta ricambiando qualcosa di non facile da cambiare.
Oggi siamo stati maggiormente in campo a parlare dell’aspetto tattico, sono state cambiate delle cose rispetto alla gestione Bonazzoli: la cosa più importante è legata al rispetto per la passione dei tifosi, che non passa da vittorie e sconfitte; le persone spendono soldi e tempi, il rispetto passa dal lavoro e questo concetto lo voglio far passare ai ragazzi. A tal proposito sto introducendo una nuova persona nello staff, un “preparatore del cervello” (Nicola Bonfiglio, ndr), e in passato ho anche chiesto di fare degli allenamenti a porte aperte: esternamente, quando non vedi e non sai, si creano delle incongruenze, ma io voglio essere limpido e reputo questo aspetto fondamentale”.
Ancora sulla squadra – “Ho tanti dubbi. Non c’è tempo per musini e “voglio giocare io”, non accetto gesti che vadano contro il gruppo o il mettere davanti l’”io”: siamo in tanti. Qualcuno si nasconderà? Mi faranno un favore, se non posso fare affidamento non mi porto un giocatore. Non accetto di vedere giocatori che non vogliono giocare a calcio, devono volere la palla perché altrimenti è un grosso problema: voglio vedere gente che sbaglia, ma soprattutto che fa. Gli indisponibili? Louakima, Smaijlovic, Ierardi, Listkowski ha recuperato. 4-3-3? Sulla carta sì, poi vedremo l’interpretazione che fa la differenza. Io le voglio vincere tutte: non sono Gesù e non faccio i miracoli, per me è una grande vetrina e lo deve diventare anche per i ragazzi. I nostri percorsi sono legati e cercherò di farli esprimere nel migliore dei modi”.
La prossima stagione – “Non ne abbiamo ancora parlato, ho seguito le cose successe ma non sputerò mai nel piatto in cui ho mangiato: nessuno toglierà al presidente l’aver portato una squadra dalla Serie D alla Serie B, un percorso del genere è quasi impensabile per tutti in Italia. Certo, ci sono delle cose che fa e dice… Anche lui ha ammesso che gli si tappa la vena, ma è fatto così: dà fastidio, è sempre un discorso di mancata comunicazione. Lui ha provato a farci una sfuriata a +20 sulla seconda in classifica. Non va scusato o che, ma io devo guardare alle sette partite da fare”.