Bari, Colangiuli: “Innamorato da sempre di questi colori, voglio diventare una bandiera”
Le parole del perno della Primavera biancorossa
Davide Colangiuli, giovane promessa della Primavera del Bari, ha parlato ai canali del club del suo esordio in prima squadra, avvenuto nel corso della gara contro il Modena.
Qui le sue parole, estratte da PianetaBari: “Non so dire quante e quali emozioni abbia provato. Ansia sì, ma nessuna paura, perché ero consapevole di quello che stessi facendo e che ho fatto per essere qui. In quei 15 minuti di riscaldamento ho guardato la tribuna avversaria e ho provato ansia, ma fortunatamente ho lasciato tutte quelle emozioni in quel quarto d’ora. Quando sono entrato in campo poi ero sciolto e rilassato. Prima di fare il mio ingresso in campo Iachini mi ha dato le indicazioni, di difendere e attaccare lo spazio. Oggi sono sicuramente felice, contento, ma anche determinato. Non ho ancora fatto nulla, ora arriva la parte più tosta. Ho rivisto chiaramente la partita e soprattutto quell’azione, tante volte. Lo faccio sempre, anche quando gioco in Primavera, sia per vedere gli aspetti positivi sia quelli da migliorare.
Avevo visto che il difensore stesse arrivando, ma non sapevo se mi sarebbe venuto addosso. Dopo quel colpo di suola la palla mi era finita un po’ sotto, quindi mi è arrivata sul destro e soprattutto con un difensore davanti che mi ha sbilanciato, per cui per accelerare la giocata sono andato troppo col corpo all’indietro e la palla è finita così alta. In generale, credo di aver fatto ciò che mi avesse chiesto il mister. Non mi sentivo neanche stanco, le gambe si muovevano da sole. Esordire era il mio sogno da bambino, fin da quando ho giocato da piccolino per strada con gli amici.
Ho rivisto chiaramente la partita e soprattutto quell’azione, tante volte. Lo faccio sempre, anche quando gioco in Primavera, sia per vedere gli aspetti positivi sia quelli da migliorare. Avevo visto che il difensore stesse arrivando, ma non sapevo se mi sarebbe venuto addosso. Dopo quel colpo di suola la palla mi era finita un po’ sotto, quindi mi è arrivata sul destro e soprattutto con un difensore davanti che mi ha sbilanciato, per cui per accelerare la giocata sono andato troppo col corpo all’indietro e la palla è finita così alta. In generale, credo di aver fatto ciò che mi avesse chiesto il mister. Non mi sentivo neanche stanco, le gambe si muovevano da sole.
Esordire era il mio sogno da bambino, fin da quando ho giocato da piccolino per strada con gli amici. In questo momento il mio ruolo non ha importanza. Io gioco dove il miste mi chiede, qualsiasi posizione darò sempre il massimo. Il mio modello è Totti: lui è cresciuto a Roma e ha giocato solo con la Roma. Ho sempre voluto emularlo. È difficile fare ciò che ha fatto lui, in questo calcio ci sono pochissime bandiere. Tuttavia io sono da sempre legato ai giocatori che amano la propria maglia. Per me sarebbe troppo importante rimanere a Bari perché sono troppo innamorato di questi colori. Passavo spesso davanti al San Nicola e mi dicevo che un giorno avrei voluto giocarci. Indossare i colori del Bari nel settore giovanile è stato importante, ho sempre dato il massimo in ogni occasione.”