ESCLUSIVA PSB – Agliardi: “Il Cesena ha chiuso un cerchio dopo il fallimento. Maran? Ho grandi ricordi di lui”
L'intervista completa all'ex portiere bianconero
Il Cesena ha conquistato la promozione in Serie B, vincendo il girone B di Serie C, e dalla prossima stagione tonerà a giocare in cadetteria, a distanza di 6 anni dall’ultima volta, che coincide con la data del fallimento del club. Nell’estate del 2018 infatti, i bianconeri furono costretti a ripartire dalla Serie D in seguito a quell’avvenimento, retrocedendo così di due categorie.
Federico Agliardi ha giocato nel Cesena in Serie A e in Serie B e ha deciso nel 2018 di restare in Romagna per aiutare il club a ritornare a giocare nei campionati professionistici più alti d’Italia. Il portiere bresciano ha così contribuito alla promozione in Serie C nella stagione 2018-2019 e ha continuato la sua avventura con i romagnoli anche l’anno successivo.
Di seguito l’intervista completa a Federico Agliardi, oggi allenatore dei portieri della Fermana, in Serie C:
5 anni e mezzo di storia d’amore con il Cesena e 4 categorie affrontate con i bianconeri (Serie A, B, C e D). Quali sono i ricordi più belli che ha?
“I ricordi più belli sono tanti. Sicuramente la promozione in Serie A del 2013-2014. Ero in campo a Latina ed è stata una grande soddisfazione personale aver ritrovato la Serie A. Quella è stata veramente un’emozione importante. Diversa è stata la vittoria del campionato di Serie D. Eravamo quasi obbligati a vincere, anche se poi non è mai scontato, e quello è stato il mio primo anno tra i non professionisti e averla vinta così, con quell’atmosfera creatasi dopo il fallimento, è stato divertente. Alla piazza di Cesena sono molto legato e sono stato molto felice di aver fatto tutte e 4 le categorie con i bianconeri”.
TIFOSI – “Avere tifosi così è una responsabilità in più. Cesena rappresenta la Romagna ed è proprio un culto andare allo stadio per il cesenate. Quando giocavo non vedevo l’ora di andare sotto quella curva, è come se mi sentissi a casa. Ti da una carica incredibile la Curva Nord. Cesena è una piazza che vive di calcio e tutti i ragazzi che sono passati di lì hanno portato via qualcosa di bello dal punto di vista del calore dello stadio”.
Lei era presente il giorno del fallimento ed è stato uno dei giocatori della squadra che è ripartita dalla Serie D dopo quell’avvenimento. Ci racconta di quel fatidico 16 luglio 2018, data della caduta bianconera? Quanta grinta e voglia aveva di riportare in alto il club?
“Sono stati giorni amari e di sconforto, che venivano influenzati anche dal fatto che avevamo ottenuto la salvezza sul campo sudando. Ci siamo salvati alla penultima giornata in un campionato difficile in cui siamo stati sempre in lotta per non retrocedere. Il fallimento ha fatto male. Furono giorni difficili, ero lì da diverso tempo e mi sentivo di far un po’ parte di quello che era il Cesena di allora e vedere mandato tutto in frantumi così ha un sapore maggiormente amaro”.
Quest’anno il Cesena ha vinto il girone B di Serie C ed è stata promosso in Serie B. Si può dire che si è chiuso un cerchio 6 anni dopo il fallimento? Che impressione le ha dato la squadra di Domenico “Mimmo” Toscano?
LA VITTORIA DELLA SERIE C – “La vittoria del campionato dei ragazzi di quest’anno ha chiuso un po’ un cerchio e Cesena è tornata dove merita. È una piazza che ha della Serie B la sua dimensione, poi ha fatto anche qualche campionato di Serie A. Questo cerchio è durato anche forse un po’ troppo, nel frattempo è ripartita una nuova società americana. L’anno scorso hanno perso il campionato di pochi punti e confermarsi non era facile. A maggior ragione, vincere schiacciando il campionato così dà ancora più valore al lavoro fatto. Sono stati fantastici e adesso dovranno essere bravi a toccare le corde giuste per poter competere, siccome la Serie B è diversa dalla C”.
LA SQUADRA DI TOSCANO – “Ho visto una squadra tosta e sicura di sé, specialmente questo è dovuto al fatto che dietro Prestia, Silvestri e Cioffi, con anche De Rose, hanno supportato benissimo quelli che sono i giocatori più avanti, come Shpendi e Corazza, senza dimenticarsi di Adamo e Donnarumma, che hanno dato equilibrio e parecchia spinta sulle fasce. La cosa che mi ha impressionato di più è la decisione che avevano quando partivano e quando dovevano determinare, nell’essere cinici”.
IL LAVORO – “Il Dirigente Sportivo Fabio Attico ha fatto un grande lavoro e chiaramente anche l’allenatore Domenico Toscano. Hanno confermato alcuni giocatori. Bisogna capire anche la proprietà dove si vuole spingere e quanto vuole investire, se si vuole stravolgere bisogna farlo in maniera oculata. Sarei curioso di vedere certi giocatori in B, anche se ci sono diverse differenze con la C. In B c’è più fisicità e velocità d’esecuzione”.
Al Brescia, nell’annata calcistica 2005/2006, ha giocato insieme a Davide Possanzini, attuale allenatore del Mantova, neopromosso in cadetteria vincendo il girone A di Serie C con una splendida cavalcata. Cosa ci dice di lui e della sua squadra?
“Possanzini ha fatto un grandissimo lavoro. Fin da inizio campionato, il Mantova si è dimostrato una schiaccia-sassi. Era una grande occasione che ha sfruttato pienamente. Si merita di raccogliere tutto il lavoro che ha proposto e di continuare. È un ragazzo d’oro, mi ricordo i tempi in cui giocavamo insieme. Non ce l’avrei visto come allenatore, ma crescendo cerca di trovare la propria strada e riesce a fare cose eccezionali. Complimenti a lui e lo staff, come Michele Arcari, che conosco”.
Nell’attuale Serie B, diversi portieri stanno emergendo e si stanno mettendo in mostra tra grandi parate e buone prestazioni. Chi lo ha impressionato di più?
“Sono rimasto ben impressionato da Andrea Fulignati del Catanzaro, che ho avuto come compagno di squadra a Cesena. Quest’anno sta facendo bene. A me piacciono anche Poluzzi del Sudtirol e Iannarilli della Ternana, che sono portieri affidabili”.
Sabato, al Marulla, si affronteranno Cosenza e Palermo, sue due ex squadre. Che partita si aspetta? Come valuta la stagione dei Lupi e quella dei rosanero?
“Il Cosenza poteva ambire anche a qualcosina di più per un attimo, ad inizio campionato, ma deve puntare a portare a casa punti per salvarsi direttamente. Deve essere molto pratico e cinico. La vedo dura per i Lupi contro il Palermo, soprattutto dopo il cambio di allenatore dei rosanero. Sono squadre che hanno bisogno di punti per i rispettivi obiettivi, sarà una partita vera. Il Marulla può però dare una grande mano alla squadra di Viali”.
Nella stagione 2005-2006, lei ha avuto Rolando Maran a Brescia. Ora il tecnico è tornato ad allenare proprio le Rondinelle, come valuta il suo operato? I biancazzurri possono raggiungere i playoff?
IL BRESCIA – “Secondo me possono raggiungere i playoff. Sono convinto che possano farcela e, da bresciano, ci spero anche un po’. Non vedo l’ora di rivedere il Brescia in Serie A. Rolando Maran è un allenatore esperto e sa toccare le corde giuste. In più conosce già la piazza, perciò io sono positivo”.
I RICORDI DI MARAN – “L’anno in cui era allenatore del Brescia, io ho fatto 6 mesi con lui prima che andassi a Palermo, però mi ricordo di una persona disponibile e aperta al confronto. Lui sapeva quello che voleva e lavorava tanto. Mi ha lasciato ottimi ricordi”.