Fedele al Calcio – È la B degli esoneri. Bisogna fermare (e formare) i presidenti: la FIGC organizzi un corso
Tanta confusione, poca progettualità, zoppicanti risultati
Siamo a ventuno, di cui uno prima di cominciare la stagione (Andreazzoli-Ternana) e due avvicendamenti con allenatori ad interim protagonisti (Belingheri che dopo tre giorni lascia il posto a Maran in quel di Brescia, Fabregas che il sediolino a Como non lo lascia, ma comincia a condividerlo con Roberts): esoneri, per meglio dire – in virtù di quanto appena specificato – cambi in panchina. In una parola, sintetica ma rovente: confusione.
I quattro allenatori delle ingarbugliate stagioni del Bari e del Lecco, così come i tre visti ad Ascoli e Terni, senza dimenticare le pulsanti polemiche in casa Modena e l’esonero probabilmente tardivo di Bianco, così come il non s’ha da fare tra Andreazzoli e la Ternana. Scelte fatte e ribaltate, sostenute e sconfessate. Progetti tecnici dove la fiducia è stata immessa col contagocce, così da far accendere quanto prima la spia del carburante. Contratti siglati e ora lasciati lì con i tempi di decomposizione della plastica, in uno sperpero di denaro e ambizione.
Bisognerebbe – eventuale e legittima obiezione – entrare nel merito di ogni situazione, ma è al contempo condivisibile evidenziare come diverse compagini di Serie B (solo sette non hanno cambiato allenatore, e sono altrettanto poche quelle ad averne tratto reale beneficio) abbiamo messo il navigatore per raggiungere lidi nei quali è stato frettolosamente dimostrato di non credere.
Non mancano, dunque, i punti di domanda da distribuire per tutta la penisola: che spiegazioni – reali e concrete – dà Luigi De Laurentiis alla gestione dell’annata del Bari? Come Paolo Di Nunno desidera argomentare questa tumultuosa toccata e (probabilissima) fuga dalla cadetteria? Guarascio: era – è – Viali il profilo giusto per il post Caserta? Non dimentichiamo Pulcinelli e la scelta Castori, preso per rimpolpare di grinta e concetti il Picchio ma – al momento dell’esonero – diciottesimo in classifica (Viali era una posizione più su), così come l’opinabile strategia del Modena, che dopo essersi separato da Bianco ha in pochi giorni indirizzato la prossima stagione, legandosi a Bisoli fino al 2025, senza prendersi del tempo per respirare e, a campionato terminato, ragionare sulle proprie reali intenzioni.
Richieste di chiarimenti e sottolineature che possono essere complessivamente confezionate mostrando come pazienza, fiducia e tempo giovino al lavoro del gruppo squadra, tecnico e calciatori: a titolo di esempio, è possibile notare come frenare le proprie costanti accensioni emotive abbia consentito a Cellino di non agitare il Brescia, piacevole quiete certificata dal percorso con Maran.
Figure apicali dalle dichiarazioni contraddittorie, alle volte eccessivamente polemiche, inopportune e poco calcistiche (chi scrive è stato bloccato su Whatsapp da un patron di Serie B per essersi ovviamente e fortemente opposto alla pubblicazione di un articolo – nella scorsa stagione – di una testata giornalistica che criticava l’operato di un DS fresco di addio dal club). Decisioni fragili e costanti (indesiderate) immissioni d’ansia negli ambienti che dovrebbero invece salvaguardare con programmazione, costanti analisi, cura delle relazioni, una precisa metodologia manageriale (che tocchi tanto i discorsi di campo quanto, per dirne una, quelli sulle infrastrutture societarie). Nella proliferazione dei corsi nazionali e regionali organizzati dalla FIGC, potrebbe essere giunto il momento di inserire quello per diventare presidente, per il bene delle piazze e del calcio.