Fedele al Calcio – Reggiana, Kabashi è diventato necessario: ordine, energia e una crescita costante
L'analisi di uno dei perni della Regia
Nella stagione multicolore vissuta dalla Reggiana di Alessandro Nesta, che ha altalenato momenti dalle emozioni opposte, percorso vie impervie con il concreto rischio di deragliare e, a un certo punto, imboccare la via della serenità che ora è legittimamente diventata quella del sogno, sono state diverse le sottolineature che hanno accompagnato il cammino.
Una compagine, la Regia, che ha dimostrato di saper indossare l’elmetto, crescere con il passare dei mesi in termini di approccio e presenza nella partita, e ispessire la propria qualità nei momenti topici. Una squadra che ha cercato nella solidità e nell’attitudine le risposte per conquistare la salvezza e poter costuire i più rosei discorsi sul prossimo futuro.
Nell’analisi del gioco dei granata, i singoli hanno avuto un ruolo centrale: Nesta si è infatti rivelato e confermato allenatore che non pilota i calciatori ma, al contrario, chiede grande iniziativa e partecipazione. In questo processo di assunzione di responsabilità, Elvis Kabashi ha progressivamente acquisito importanza.
Giocatore che a 30 anni è oramai giunto nella più che piena maturità, il centrocampista si è rivelato un’arma importante e necessaria. Apparentemente – e superficialmente, a detta di chi scrive – considerato un maestro d’ascia della fase difensiva, il classe ’94 ha mostrato di voler e saper fare proprie, con il passare delle settimane, determinate licenze tecniche che ne hanno riempito il bagaglio e completato l’identikit.
Dinamico, atleticamente vispo e in possesso di una buonissima abilità nel passaggio (Elvis, fonte sofascore.com, ha il 90% di precisione passaggi nella propria metà campo, il 78% di precisione passaggi nella metà campo avversaria e il 68% di precisione nelle palle lunghe, le statistiche medie della squadra stazionano rispettivamente all’88.1%, 69.3% e 48.9%), Kabashi – dinamica amplificatasi a seguito dell’infortunio di Girma, per larghi tratti del campionato il direttore d’orchestra della fase offensiva – ha spesso immesso spirito propositivo nella manovra dei suoi, certificando il proprio apporto alla causa.
La crescita è stata netta, così come evidente è che la vigoria del suo gioco lo porti a essere un elemento ancora oggi dal cartellino eccessivamente facile (e da gesti senza alcun dubbio incauti, come lo stesso Nesta ha sottolineato). Questo, probabilmente, è il prossimo step che questo ragazzo deve – e può – fare, in un’ascesa che resta comunque più che tangibile e ragguardevole.