Pisa, Aquilani: “Il Südtirol non è la stessa squadra dell’andata. Ultima gara di Masucci? Non posso che ringraziarlo”
Le parole del tecnico neroazzurro
Alberto Aquilani, tecnico del Pisa, in conferenza stampa ha analizzato la prossima gara, in casa contro il Südtirol, e del possibile addio di Masucci.
Qui le sue parole, estratte da SestaPortaNews: “Infortuni? La situazione è un po’ da valutare. Bisognerà aspettare l’allenamento. Leverbe si opererà lunedì, Veloso sicuramente non rientra e ci sono altri due giocatori da valutare. Questa è la terza partita della settimana e abbiamo avuto un po’ di difficoltà. Fortunatamente abbiamo una rosa lunga e la cosa non mi preoccupa. Dobbiamo cercare di vincere due partite. Se noi pensiamo prima a fare il nostro, poi capiremo cosa succederà. Il focus dovrà essere sulla gara di domani. Sarà una partita da interpretare in maniera giusta, per fare in modo che non ci siano rimpianti. Ultima partita all’Arena? Io rispondo come ti ho risposto adesso. Oggi questo tipo di discorso non mi tocca e non mi interessa, mancano ancora due partite troppo importanti. Mi lasciano la concentrazione e il pensiero sul mio lavoro attuale.
Ultima partita di Masucci all’Arena? Ancora io non so ciò che è stato deciso. Ci può stare perché credo che abbia fatto un percorso meraviglioso. Bisogna dire più di due parole verso questo uomo. L’ho visto allenarsi tutti i giorni, comportarsi in maniera professionale e giusta quotidianamente. Quando sono arrivato volevo capire perché era additato come l’idolo di tutti. L’ho capito perché è sempre stato il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Una persona di valori importanti. Io posso solo ringraziarlo per ciò che ha dato a me e alla squadra.
Forse avrei potuto farlo giocare di più? Sicuramente, ma ho sempre scelto per il bene della squadra. Mi sarebbe piaciuto incontrarti con qualche anno di meno, gli ho spesso detto. Con l’attitudine che ha anche tra dieci anni potrebbe far gol. È da prendere da esempio da tutti i ragazzi giovani. È un punto di riferimento. Dargli un consiglio è soggettivo. Io ho smesso a 34 anni, lui invece è più grande di me e ancora gioca. Io avevo l’opportunità di giocare ancora, forse avrei dovuto scendere di livello. Smettere però per me è stato semplice, perché sapevo quello che volevo fare. Quando vuoi iniziare qualcosa bisogna avere le idee chiare. Questo è il consiglio che voglio dargli. Fisicamente lui è integro, potrebbe ancora giocare. Ma dipende tutto dall’idea che ha lui.
Il Südtirol non è la squadra che abbiamo affrontato all’andata, è una squadra diversa e che gioca. Ha concetti diversi e sarà una partita difficile. Hanno meno stress mentale perché dovevano salvarsi e arriveranno qui con la mente sgombra. Dobbiamo essere consapevoli di voler vincere, il focus dovrà essere sulla prestazione. Se lo faremo avremo molte più opportunità di vincere.
Esteves secondo me è un giocatore forte e che può fare tutti i ruoli. Un giocatore moderno e per me questo è un pregio. Per un allenatore come me che cerca determinate cose può fare anche il trequartista. Ha la qualità e l’intelligenza giusta per mettere in pratica le richieste. Metterlo dentro al campo fu anche un’esigenza, cercavo delle caratteristiche che aveva lui. Deve mettere a posto dei problemini fisici e alzare i giri del motore se vorrà alzarsi di livello. Certamente il regista è un tassello che in alcune circostanze ci è mancato. Troppi giocatori con caratteristiche molto simili.
Troppi gol subiti? La colpa è il modo in cui abbiamo difeso, è soprattutto colpa mia. Aggredendo alto si rischia di avere gli uno contro uno dietro. Dei 50 gol subiti ce ne sono stati anche alcuni figli di errori evitabili. Però la fase difensiva è un aspetto che parte soprattutto dalla gestione della palla e da quello che io chiedo. Ci difendiamo in maniera diversa rispetto a quanto eravate abituati a vedere. Il ritiro di Volpi? Posso fargli un in bocca al lupo per il prosieguo della sua vita. A livello umano lo saluto e lo ringrazio per il suo lavoro. Di cose paradossali però quest’anno ne sono successe tante e questa è un’altra. L’arbitro sicuramente ha compromesso il risultato, ma non è colpa solo sua se abbiamo perso. È però un fattore curioso”.