FOCUS – Gaetano Castrovilli, El Pibe de Minervino Murge
Eleganza, fantasia, classe, disinvoltura. Elementi che forse poco si addicono alla concezione di calciatore, inteso come rude ammasso di muscoli sporco di fango e con la cattiveria in viso. Elementi che però sono dannatamente distintivi di un Diez, il giocatore simbolo di ogni squadra: quel numero non è solo l’unione di due cifre, è storia […]
Eleganza, fantasia, classe, disinvoltura. Elementi che forse poco si addicono alla concezione di calciatore, inteso come rude ammasso di muscoli sporco di fango e con la cattiveria in viso. Elementi che però sono dannatamente distintivi di un Diez, il giocatore simbolo di ogni squadra: quel numero non è solo l’unione di due cifre, è storia e responsabilità, è la capacità di distinguersi, in un certo senso, dagli altri dieci membri della propria squadra in campo. “Palla a me, ci penso io” verrebbe da pensare, ed è proprio così: ci sono giocatori nati per illuminare il gioco, per inventare e, quando vi è la possibilità, concretizzare. Federico Buffa, uomo che non necessita di ulteriori presentazioni, diceva così di un “altro” (ci scusi per il fare generico) grandissimo, ai più conosciuto come Zinedine Zidane: “Gli lanci pietre e ti restituisce rose“. Ecco l’essenza del Diez sta tutta qui. Quest’oggi vi presentiamo, anzi parliamo (perché oramai lo conoscono tutti, siano in colpevole ritardo) di un giovane pugliese che ha proprio la stimmate del Dieci (cambiamo un po’, siamo pur sempre italiani): Gaetano Castrovilli.
CLASSE – ’97, ma anche tanta sul campo. Il 19enne è di Minervino Murge, circa un’ora da Bari, Calcisticamente nato e cresciuto con quei colori nella mente e sulle spalle, da quando era piccolo e col caschetto si capisce che sarebbe diventato “qualcuno”. La scorsa stagione capitano della Primavera biancorossa, un Viareggio giocato ad alti livelli con la Fiorentina (con un gol contro gli argentini del Belgrano), ora è in pianta stabile in prima squadra.
MALEDETTA MANO – Quella di Del Prete del Perugia a negare la gioia del primo gol a Castrovilli. Sono bastati 6′ al talento per cambiare le sorti della partita contro gli umbri, poi vinta grazie al rigore trasformato da Maniero a seguito proprio dell’episodio prima citato. Poco male quindi, tre punti a casa e l’urlo strozzato in gola che, siamo convinti, troverà giustizia a breve.
NEL BARI E PER BARI – La cosa che colpisce di questo ragazzo è l’attaccamento ai colori, alla maglia, alla città nella quale e per la quale gioca. Ha sempre speso parole al miele per la piazza e per la società, anche quando su di lui pareva fosse vicina la Juventus, non proprio una squadra qualunque. “Tengo un sueño” ha a più volte ribadito, scritto: un sogno a colori biancorossi, quello di diventare ulteriormente protagonista con la maglia della propria città.
Chiudiamo, sperando di non avervi annoiati, con un curioso aneddoto: al provino per il Bari, oramai qualche anno fa, tra i tanti ragazzi presenti, uno si distinse: aveva la maglia dell’Argentina. Indovinate di chi parliamo? El Pibe de Minervino Murge.