Garbato, ma non troppo – La Feralpisalò non ha aiutato Zaffaroni e la squadra a difendere la Serie B
Con una prestazione enorme, degna del 2024 splendido disputato, la Feralpisalò perdendo col Venezia è retrocessa in Serie C. Il risultato finale non intacca minimamente il lavoro eccezionale di Marco Zaffaroni, già elogiato in questa sede. L’allenatore ha lavorato oltre le proprie possibilità per trasformare un organico pieno di difetti in una delle squadre dalla […]
Con una prestazione enorme, degna del 2024 splendido disputato, la Feralpisalò perdendo col Venezia è retrocessa in Serie C. Il risultato finale non intacca minimamente il lavoro eccezionale di Marco Zaffaroni, già elogiato in questa sede. L’allenatore ha lavorato oltre le proprie possibilità per trasformare un organico pieno di difetti in una delle squadre dalla più forte identità dell’intero campionato di Serie B, in grado nel girone di ritorno di giocarsela su qualsiasi campo contro qualunque avversario. I meriti del mister e dei singoli, però, non oscurano una retrocessione che di casuale ha ben poco e non si può neppure imputare solo al precedente mister Stefano Vecchi e al generale impatto con la categoria.
Sbagliare in estate per una compagine esordiente ci sta. La rosa non era neppure disprezzabile per intero: qualche giovane interessante e profili di esperienza come Luca Ceppitelli, Gaetano Letizia, Luca Fiordilino e Andrea La Mantia. Quattro calciatori che hanno conquistato anche promozioni in questa categoria chiamati a guidare un gruppo acerbo e non completo, ma certamente con del potenziale. Il vero peccato mortale è stato commesso a gennaio: con un intero girone alle spalle, la consapevolezza di avere virato su un allenatore in grado di imprimere concetti di livello e delle lacune osservabili a occhio nudo, non si poteva fare così poco.
Se il Lecco ha sbagliato (e di molto) per eccesso, in inverno la società gardesana ha manifestato un braccino non indifferente. Spesso Zaffaroni ha giocato con un solo difensore centrale di ruolo, ma anche negli altri reparti tanti calciatori hanno dovuto (con profitto) interpretare ruoli mai sperimentati prima in carriera. La coperta era corta e non è stata adeguatamente rammendata. Il rammarico non è per la retrocessione di una matricola, ma perché per proposta e atteggiamento dentro e fuori dal campo l’obiettivo salvezza era assolutamente accessibili. Bene fa il presidente Giuseppe Pasini ad applaudire una squadra a cui non esiste davvero nulla di imputabile, ma per perfezionare il tiro negli anni a venire qualcosa a se stesso invece può e deve contestare.