Modena, senti l’ex Bucchi: “Programmando bene si può arrivare ovunque. Futuro qui? Mai parlato con nessuno”
Le parole dell'ex
L’ex giocatore del Modena Cristian Bucchi ha parlato, ai microfoni di Parlandodisport, circa il suo passato in maglia gialloblu e la stagione dei Canarini in Serie B. Di seguito le sue parole:
“Quest’anno sono venuto al “Braglia” a vedere tre partite: quella contro il Palermo, quella contro la Sampdoria e quella contro il Como. Ogni volta fa sempre piacere essere ancora oggi riconosciuto e ricevere attestati di stima e affetto da parte della gente”.
Sulla stagione del Modena: “Credo che quella del Modena sia stata tutto sommato una stagione positiva. Occorre distinguere. Il primo anno dopo la promozione dalla Serie C l’approccio che una squadra ha è sicuramente diverso, non si ha nulla da perdere e si ha quella fame dentro di cimentarsi con un’altra categoria. Il secondo anno in Serie B, invece, è sempre quello più difficile perché si alzano le aspettative e si crede di poter arrivare con facilità ad un obiettivo diverso.
Invece, la Serie B non è questa: è quella che relega lo Spezia in fondo alla classifica fin quasi alla fine del campionato e che ha visto la Sampdoria lottare per la salvezza per gran parte del campionato. Quest’anno per il Modena mi aspettavo una stagione un po’ più complicata: la partenza straordinaria purtroppo e probabilmente non è stata un aspetto positivo in quanto le aspettative si sono alzate incredibilmente. Poi, quando qualche risultato è venuto meno, tutto è crollato. Mi dispiace per Bianco, poi con l’arrivo di Bisoli il Modena è riuscito a salvarsi, ottimizzando la partita contro il Sudtirol. La salvezza del Modena mi fa felice, sono legatissimo a Modena e rivedere il Modena in B per il terzo anno consecutivo è sicuramente bello”.
Sulla prossima stagione: “Per quanto riguarda gli obiettivi, sono valutazioni che solamente il club può fare. Credo che la famiglia Rivetti abbia ormai maturato un’esperienza tale da capire la categoria e anche le ambizioni a medio termine. Quando sento parlare di progetti, sono l’uomo più felice del mondo: però un progetto ha bisogno di tempo. Quando uno dice: “Il nostro obiettivo è la Serie A”, deve sapere che la Serie A immediata è una cosa difficilissima da ottenere: serve anche fortuna, non è detto che spendendo soldi si riesca a creare un gruppo vincente.
Vincere subito è molto complicato, programmare nel tempo una crescita e una risalita credo sia fattibile ma ci vuole tempo. Seguo il Modena e ho sentito dell’idea della società di costruire un centro sportivo: credo che sia tutto collegato. Per quanto riguarda la squadra, questo è un gruppo che ha dato tanto al Modena: tanti di loro sono lì dalla Serie C e hanno vinto, ora sono l’ossatura della squadra e molto dipenderà anche da cosa vorrà fare mister Bisoli ovvero se ripartire da uno zoccolo duro o fare una mini rivoluzione”.
Sul suo futuro: “Ho fatto alcuni colloqui, anche se questo è un momento di transizione perchè molte società devono capire bene come, da dove e con chi ripartire. Molti direttori sportivi non sono ancora in sella o non sono sicuri di rimanere, quindi giustamente i club devono sistemare prima la parte dirigenziale per poi andare alla ricerca di un allenatore. Ho molta voglia di tornare ad allenare, quest’anno sono stato fermo e in parte anche volutamente: ho avuto due trattative avanzate che non ho portato a termine perché non avevo tutte le sensazioni positive in relazione alla possibile collaborazione professionale.
Quest’anno mi sono un po’ depurato: da fuori si riesce a vedere, a studiare, a crescere e a migliorare. Ora c’è sicuramente la voglia di ributtarsi dentro per mettere a frutto quest’anno di lavoro. Ho tantissimo entusiasmo: sono un allenatore giovane, ma ho già tanta esperienza e tante panchine anche in Serie B. Modena? Non ho mai parlato con nessun dirigente del Modena. La scorsa stagione, proprio nel momento in cui c’erano voci su un potenziale avvicendamento in panchina, ho volutamente smesso di venire a Modena a vedere le partite: il rispetto per i colleghi è più importante di tutto il resto”.