Como, Roberts: “L’affetto della gente? Certo che l’ho sentito, sono contento e ringrazio tutti”
Le parole di Osian Roberts dopo la promozione in Serie A.
“L’affetto della gente? Certo che l’ho sentito, sono contento e ringrazio tutti. Abito a due passi dal centro e quando vado in giro mi capita che la gente mi incoraggi. È piacevole”. Con queste parole, il tecnico del Como, Osian Roberts, ha descritto il suo rapporto con la città ai microfoni della Provincia di Como, dopo la promozione in Serie A ottenuta lavorando al fianco di Cesc Fabregas.
Roberts ha parlato del suo approccio e della sua filosofia di allenamento: “Credo che cercare di essere freddi possa essere un bel modo di valutare le cose con calma, si è più lucidi. Ci sono gli allenatori come Guardiola, che si agitano, e quelli come Ancelotti che sono calmi. Sa cosa dico io ai miei alunni? Che l’importante è essere se stessi e che non bisogna mai copiare qualcuno o scimmiottare l’allenatore di turno. Essere se stessi aiuta a prendere le decisioni giuste”.
Il gallese ha poi approfondito il lavoro svolto con Fabregas: “Spesso succede che accanto a un capo allenatore agitato ci sia un vice calmo e viceversa. Cesc è un vincente ed è la caratteristica che spicca di più, è ossessionato dalla vittoria e cerca la strada più efficiente per raggiungerla non innamorandosi di un sistema di gioco o di una teoria. Questa è la sua qualità più importante. Disaccordi? Certo che sì, come potrebbe essere altrimenti. Ma se vuoi essere costruttivo, vivisezioni la questione, e la esamini. Sia che si vada avanti con l’idea di uno o di quell’altro, l’importante poi è che quando si prende una strada, tutti e due la seguano facendo gruppo”.
Roberts ha anche parlato dello stile di gioco del Como: “Se uno potesse avere la squadra ideale preferirebbe avere più possesso, ma il nostro non è mai stato un possesso così, tanto per il piacere di avere le statistiche dalla nostra parte. Era un possesso per vincere, per essere efficaci. Se posso avere un 40% di possesso o un 60%, preferisco il 60%. Però bisogna vedere cosa facciamo quando non abbiamo la palla fra i piedi. Bisogna pensare a come essere efficaci in contropiede o magari, in alcuni casi, rallentare e rifiatare una volta riconquistata la palla”.
Infine, Roberts ha spiegato il motivo della sua scelta di Como e ha parlato del suo futuro: “Questo è un progetto bellissimo, pazzesco, c’è tutto quello che spesso in un’avventura sportiva non trovi. C’è una proprietà importante che vuole fare qualcosa di grosso, un gruppo di lavoro dove remano tutti dalla stessa parte. Henry, che mi ha portato qui avendo lavorato a lungo insieme, l’altro giorno mi ha detto che qui è come lavorare in paradiso. Ho un accordo di due anni e mezzo con il club. I primi sei mesi dovevo allenare, poi dovrò occuparmi di strutturare il club nella sua parte tecnica per essere pronto alla sfida di rimanere in A a lungo”.