Garbato, ma non troppo – Vivarini merita una grande chance, Catanzaro provi a capirlo
Un pensiero scomodo, ma inevitabile
Dopo un percorso folgorante che l’ha rilanciato nel calcio di alto livello, Vincenzo Vivarini ha comunicato al Catanzaro la propria intenzione di non proseguire. “Non si tratta di soldi, ma di lavoro” è la stata la sua spiegazione immediata e per quanto suoni una frase fatta è giusto tentare di comprenderla. Una delle carriere più sfortunate degli ultimi 10 anni è giunta dopo infinito girovagare a un bivio decisivo: continuare a scommettere su un progetto che non può essere volto alla vittoria immediata o tentare di imporsi in un contesto meno idilliaco ma più prestigioso.
Nella vita bisogna cogliere i segnali: le chiamate giunte all’allenatore sono tantissime e nel mentre i giallorossi stanno cambiando molto, lo confermano gli addii del ds Magalini e del dg Foresti. Confermarsi dopo una promozione in Serie B leggendaria e una semifinale playoff raggiunta attraverso un gioco spettacolare con la consapevolezza che la rosa non sarebbe stata rinforzata in maniera significativa sarebbe qualcosa di difficilissimo. Il tecnico non si è negato al confronto col suo presidente Floriano Noto ma ha chiesto garanzie che giustamente un progetto sano, realista e graduale non può fornire. È dura dirsi addio dopo aver condiviso tanto e dopo aver sognato ancora di più, ma il raggiungimento della Serie A non poteva essere un obiettivo nel breve periodo.
Che sia un Frosinone determinato a risalire o un club che già disputa il massimo campionato italiano, Vincenzo Vivarini merita questa chance. Per il fallimento post-promozione del Teramo, per l’esonero di Empoli, per l’Ascoli di Pulcinelli a centro classifica, per l’esonero di Bari e anche e soprattutto per il capolavoro di Catanzaro. Il tifoso è guidato dall’amore e spesso rifiuta le ragioni, ma il mister merita un amore maturo che percepisca come non ci sia contratto o promessa che possa giustificare una permanenza.