Fedele al Calcio – Tutino e la Sampdoria, matrimonio affascinante e coraggioso
Nuova avventura per il forte attaccante
Le ultime ventiquattro ore di Gennaro Tutino sarebbero impossibili da raccontare senza l’utilizzo di aggettivi voluminosi, dall’elevato carico emotivo, scientificamente scelti per tentare di dare una sforma a tutto il rumore calcistico fatto. L’atterraggio nella Genova blucerchiata dell’attaccante – con una folla urlante la grandezza della Sampdoria – ha davvero conferito una sorta di sacralità al trasferimento. Un’operazione, il sì datosi da entrambe le parti, che significa tanto.
L’estate di Gennaro non è stata regolare: l’amore per il Cosenza – che il calciatore non ha mai negato e che ha consegnato all’eternità attraverso i social, dove una parola resta incastonata e sigillata – ha camminato di pari passo con l’incertezza su ciò che sarebbe stato, tra desideri e rumors, posizioni e spigolosi fastidi (come quello del procuratore Mario Giuffredi, che al momento del riscatto dal Parma legittimamente esercitato dai Lupi non ha lesinato critiche), possibilità e incertezza.
Al triplice fischio della stagione era chiara, evidente, in un certo senso inevitabile la percezione che il classe ’96 si sentisse pronto per una nuova sfida, l’ennesima della sua carriera, perché troppo aveva fatto per non sentire così nitidamente quella sorta di elettricità che solo il cambiamento sa generare. Arrivano dei momenti, nella vita (senza alcuna intenzione di pontificare), dove si avvertono sensazioni differenti, e si ha il sentore che l’orizzonte vada spedito un po’ più in là per cominciare nuove corse verso qualcosa di ancora più grande. Ecco, quest’estate sembra davvero avver rappresentato ciò per l’esondante attaccante napoletano, e sarebbe davvero superficiale, oltre che miope, criticare questa fiamma che ardeva dentro di lui, uomo dai valori inattacabili, professionista mai fastidioso, con un atteggiamento tale da poter essere meritatamente definito esemplare.
In questa fase della carriera, firmare un contratto di quattro anni vuol dire tanto. Gennaro ha affidato alla Doria quello che, probabilmente, è il salto in avanti più importante del suo percorso. Così come, al contempo, per la società l’impegno economico è stato di un certo tipo. Insomma, i fanciullini dentro ambedure i protagonisti di questa storia (dando dunque un’ideale personificazione al club) hanno consegnato all’altra parte le proprie aspirazioni. Una storia, quella in questione, dove il Cosenza sembra inevitabilmente l’interprete uscito sconfitto, ed è comprensibile la tristezza dalla temperatura rovente provata dalla piazza. Il calcio, purtroppo o per fortuna, è fatto di scelte e dinamiche, e se Tutino oggi è uno dei più importanti profili della Serie B e – a detta di chi scrive – dell’Italia intera, il merito è anche della piazza calabrese, che nell’assorbire l’epilogo dell’evento farebbe bene a indossare un po’ di meritato orgoglio. Cosenza, per Tutino e la sua famiglia, rappresenterà sempre un checkpoint da prima e dopo, una fase indimenticabile, la fiducia che torna e i sorrisi che giganteggiano. Tutino ha amato, ama e amerà sempre quel rossoblu da cui tanto ha ricevuto e al quale incommensurabili sforzi ha dedicato.
Genny e la Sampdoria, dunque, si sono detti sì: la potenza del talento con il fascino della storia, i sogni di un calciatore con i progetti di un club, cammini che si incrociano e obiettivi comuni. Questo matrimonio, gigante licenza auto-attribuita, s’aveva da fare.