Cellino: “La Serie B è povera, un inferno. Chi non paga è avvantaggiato, ci sono squadre finanziate dallo Stato”
Lo sfogo
Il presidente del Brescia Massimo Cellino ha trasformato la conferenza dedicata allo sponsor DAC in un one-man show con dichiarazioni pesantissime.
Ecco le sue parole, riprese da TifoBrescia:
“La fiducia di Dac ci dà orgoglio e buon auspicio. Ci ha portato bene l’anno scorso. Scuola mi è stato vicino nel momento più difficile della mia gestione a Brescia. E’ una grande imprenditore e si vede che ha visto in noi una scommessa vincente. Io sono superstizioso e scettico, ma se uno come lui ci crede…
Aver completato la squadra prima del ritiro è un valore aggiunto. Se puoi farlo, diventa un vantaggio. Conosciamo i giocatori, li consideriamo fattori acquisiti. Sento scetticismo e parlare solo del mercato delle altre società, di giocatori con stipendi importanti, che non prenderei mai per il Brescia. Ne abbiamo di pari se non migliori.
Borrelli, Moncini, Galazzi, Bisoli, Cistana avevano richieste, ma li abbiamo tenuti e chi è venuto l’ha fatto con entusiasmo: Verreth, Buhagiar, Corrado… Ieri abbiamo visto la partita: vorrà anche dire poco, ma è sempre meglio vincere che perdere. I nuovi li ho visti un po’ spaesati perché il nostro calcio è difficile. Meglio Verreth che Buhagiar, Corrado bene, anche se non è ancora concordato con gli altri, che si muovono con gli automatismi dall’anno scorso. Mi sento abbastanza tranquillo, forse anche troppo.”
Il calcio è complesso. L’anno che siamo saliti non pensavo di poterci andare. Ci andammo con pochi giocatori, pochi ricambi. Monza e Parma hanno fatto lievitare i prezzi negli anni. Se interrogate 20 presidenti di B, tutti saranno convinti di poter salire o comunque lo sperano perché la B ha raggiunto una povertà tale che bisogna andare in A per stare a galla. E’ l’unica speranza che hanno tutti. In B non si sopravvive forse l’unica che tiene botta, contenendo i costi, è il Cittadella. La B non è più il purgatorio, ma l’inferno. Io spero di andare in serie A.
L’anno scorso ai play off forse abbiamo avvertito lo stress, non lo so… Non dobbiamo partire male come l’anno scorso quando giocammo otto partite in un mese. Se togliamo quell’inizio, questa rosa ha i numeri per poter andare in serie A, sono dati statistici. Se poi ci sono gli infortuni e impazzisco io o il mondo allora tutto è possibile. Certo se avessimo 10000 abbonati e lo stesso mezzo pieno, avremmo più possibilità. Se aspettiamo l’ultima partita per festeggiare… Quest’anno non c’è nemmeno il Salò per riempire lo stadio con il derby…
E’ molto deludente quello che accade in Italia: chi non paga le tasse è avvantaggiato, ci sono squadre finanziate con soldi dello Stato. Noi ci sentiamo imbecilli perché facciamo tutte le cose come vanno fatte. Il sistema del calcio italiano scoraggia investitori, sia italiani che stranieri.”