Fedele al Calcio – Bisoli, indiscutibile passione ma principi da rivedere: il suo calcio non è adatto a costruire
Per Bisoli è giunto, dunque, il momento di aggiornare le proprie idee?
Il titolo comincia con quella che è una ferrea premessa: la passione e la dedizione di Pierpaolo Bisoli sono tanto indiscutibili quanto rimarcabili. Allenatore dall’atteggiamento impetuoso, senza alcun dubbio sostenitore della cultura del lavoro, ergo inattaccabile sotto questo – così come altri, ci mancherebbe – punti di vista. L’analisi, dunque, sarà – ovviamente – solo calcistica.
Esonerato dal Modena, il percorso con i Canarini cominciato nella scorsa stagione è terminato per una serie di motivazioni sintetizzabili con il penultimo posto in classifica ma che, inevitabilmente, devono andare oltre per fornire un quadro chiaro e completo.
I gialloblu hanno indossato un abito proprio della sartoria del tecnico: grandissima (almeno nelle intenzioni) applicazione in fase di non possesso, fase offensiva fin troppo codificata, maggiore concentrazione sul non subire che sul creare, nonostante una squadra dal talento brulicante. Tratti che, probabilmente, premiano nel breve termine ma che, quando l’intento è quello di costruire, si scontrano con l’evoluzione oramai nota del calcio.
Ecco che, dunque, si arriva al nocciolo della questione: la carriera di Pierpaolo Bisoli, con particolare riferimento alle ultime esperienze, sta alimentando uno status da tecnico in grado di impattare a stagione in corso ma con grosse lacune nella programmazione. Siamo al cospetto di uno dei pochi casi nei quali il tempo sembra essere un avversario più che un alleato, come se l’ordine – per Bisoli – non fosse un fattore stimolante bensì un limite, perché in grado di appiattire quella frenesia che permette di alzare rumore e temperatura, tratti propri del modo di intendere il calcio del protagonista della nostra storia.
Un simile approccio ha sicuramente dei vantaggi nei momenti in cui non si ha modo né – per l’appunto – tempo per agire a bocce ferme e costruire/ricostruire, perché le esigenze sono altre, ed è nel marasma che l’ex Südtirol e Cosenza (tra le altre) trova il proprio equilibrio, ma quando il caos finisce e bisogna pensare a un nuovo pentagramma, ecco che tutto (o quasi) diventa stridente.
Un’intelaiatura che, probabilmente, si scontra con il calcio dei giorni nostri, dove l’attenzione al dettaglio è diventata massima, l’organizzazione tattica delle squadre certosina, il Gioco un mantra da seguire. Bisoli – a detta del sottoscritto, senza alcuna presunzione di verità – dovrebbe, quindi, cercare di aggiornare la propria indole, portandola in una dimensione tale da non essere più funzionale quasi esclusivamente nelle situazioni da rappezzare.