ESCLUSIVA PSB – Giulia Stronati: “Ottime le mosse del Benevento. Palermo, bisogna fare meglio”
Calciomercato e non solo, a causa delle vicende extracalcistiche oramai note che stanno coinvolgendo nobili piazze della Serie B e, perché no, del calcio italiano nel suo complesso: questa è, ad oggi, la cadetteria che verrà. Abbiamo raccolto le opinioni della giornalista Giulia Stronati, intervenuta in esclusiva ai nostri microfoni. La nuova Serie B comincia […]
Calciomercato e non solo, a causa delle vicende extracalcistiche oramai note che stanno coinvolgendo nobili piazze della Serie B e, perché no, del calcio italiano nel suo complesso: questa è, ad oggi, la cadetteria che verrà. Abbiamo raccolto le opinioni della giornalista Giulia Stronati, intervenuta in esclusiva ai nostri microfoni.
La nuova Serie B comincia a prendere forma. Tra rumors, smentite, trattative ed ufficialità le compagini del campionato cadetto cercano dal mercato i rinforzi giusti per le proprie rose. C’è una società che, ad oggi, ti ha colpito in positivo, per la qualità della operazioni messe a segno?
“Ho apprezzato molto finora le mosse del Benevento che ha preso giocatori molto importanti per la categoria come Roberto Insigne, Tello, Maggio e Nocerino. Elementi di categoria superiore che rappresentano un valore aggiunto per la lotta promozione. Se dovessero riuscire a prendere anche Ragusa, sarebbero la squadra da battere nella corsa alla Serie A”.
Sulla falsa riga della prima domanda: credi ci sia una società che invece necessita di ulteriori rinforzi dal mercato?
“Mi aspettavo qualcosa in più dal Palermo. Non mi convince il ritorno di Tedino in panchina, avrei preso una garanzia per la categoria per puntare alla A. La cessione di Coronado è ottima per il bilancio (6 milioni), ma impoverisce parecchio il tasso tecnico dei siciliani. Davanti necessitano di due attaccanti importanti e un paio di elementi anche in difesa e in mezzo al campo per essere al top. Per il momento la mano di Foschi non si vede ancora e bisognerà vedere quanta autonomia avrà con Zamparini e i suoi consulenti”.
Stiamo notando come le strategie di mercato messe in atto siano principalmente due: vi sono compagini che stanno puntando su calciatori di esperienza, mentre in altri casi l’obiettivo è far crescere i giovani talenti (un miscuglio delle due è rappresentato dal Foggia, come testimoniano le operazioni Bizzarri, Gori e Ranieri). Chiedo un tuo parere personale: c’è un modus operandi che preferisci tra i due? Cosa credi faccia più al caso della Serie B?
“Dipende dagli obiettivi prefissati e dal budget a disposizione. Chi punta a vincere solitamente si affida a calciatori esperti e al top della carriera, in modo da avere certezze e poche scommesse che invece possono caratterizzare le formazioni che lottano per salvarsi o con budget modesti a disposizione. Il giusto mix a mio avviso è rappresentato da qualche giovane emergente da inserire in un contesto già solido e rodato composto da calciatori esperti e di categoria”.
Tocchiamo un altro punto molto importante: Cristiano Ronaldo. Il suo arrivo ha scatenato pareri discordanti, tra chi ne vede un vantaggio per l’intero movimento calcistico italiano e chi invece parla di operazione a favore della sola Juventus, alimentando il proprio pensiero con i riferimenti alle tante società, tra Serie B e Serie C, che stanno avendo difficoltà ad iscriversi ai campionati. Il rischio quindi da loro paventato pare essere quello di spostare l’attenzione da quelli che sono i reali problemi del nostro calcio. Sei d’accordo?
“L’arrivo di Ronaldo farà accrescere il valore e l’interesse nei confronti del calcio italiano, perciò lo ritengo positivo per tutto il movimento. I problemi e la crisi attanagliante la Serie B e la Serie C non sono direttamente collegabili ai massimi sistemi e quindi all’arrivo di CR7. Purtroppo, è vero anche che sono notizie di queste ore le 10 società escluse in C e il fallimento di due storiche piazze di B come Cesena e Bari. L’ennesimo segnale di come il calcio italiano non regga così tanti club professionistici. A mio avviso bisognerebbe tornare a una B a 20 squadre e ridurre il numero dei club professionistici in C: 60 società sono troppe come dimostrato negli ultimi anni dove puntualmente ogni estate purtroppo una decina di squadre fallisce e scompare”.
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