Fedele al Calcio – Catanzaro, Pagano e la rifinitura come missione. Il centrocampista ha vinto la sfida con il grande salto
Il centrocampista del Catanzaro sta crescendo
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Arrivato in quel di Catanzaro con la medaglia di stella del settore giovanile della Roma, dove per anni ha maneggiato con leggiadria il peso dell’aspettativa generata da un talento notevole e dalla sacralità della numero Dieci (amplificata anche da un percorso, ora terminato, con la CT10 Management di Francesco Totti), casacca che praticamente mai ha abbandonato, Riccardo Pagano sta acquisendo sempre più consapevolezza, ritmo e incisività.
Giocatore dall’indiscutibile proprietà tecnica, elevata da un’efficacia in termini realizzativi che ha ampliato il raggio degli elogi che al Fulvio Bernardini (la casa dell’academy giallorossa, ndr) arrivavano con ininterrotta e meritata continuità, la versione capitolina di Pagano era quella di un protagonista voluminoso, presente praticamente in ogni sviluppo offensivo, domatore del pallone con licenze creative che (molto) spesso facevano le fortune della squadra. Tutto passava dal classe 2004, il pentagramma della manovra, dunque, vedeva lui come compositore.
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Il salto nel calcio professionistico (che Pagano aveva comunque già assaggiato grazie a ben sette presenze con la prima squadra allenata da José Mourinho, che tanta fiducia ha dato ai famelici prodotti del vivaio) richiede un salto in avanti in termini di aggiunte al proprio gioco, ed era questa, probabilmente, la più grande sfida che attendeva il ragazzo: il passaggio da catalizzatore a elemento di un sistema dove lo spazio è minore e il tempo si assottiglia.
Un percorso che Riccardo sta affrontando con risultati sempre più convincenti. Valorizzato dalla scelta di Fabio Caserta di murare il proprio centrocampo con un mix solido e qualitativo come quello composto da Pompetti e Petriccione, senza dimenticare l’ottimo Pontisso, a Pagano è stato consegnato l’abito di mezzala deputata alla rifinitura, che sta indossando con notevole padronanza.
Due assist nelle ultime tre partite certificano tale crescita, ma oltre il fatturato sta colpendo la funzionalità dei suoi movimenti senza palla e l’eccellente interpretazione della circostanza, dote che gli consente di riconoscere gli spazi e fornire linee di passaggio pulite ai compagni, oltre a preparare anzitempo (e nella miglior maniera) la propria giocata. Il tutto abbinato a una condizione fisica in netto e progressivo miglioramento.
Pagano, pertanto, ha compreso la necessità di costruire le proprie prestazioni in una maniera differente rispetto a quanto fatto fino alla scorsa stagione, dando maggiore importanza ai ragionamenti collettivi e all’occupazione degli spazi poc’anzi citata. Scattato questo click, la qualità delle scelte e del suo piede destro stanno facendo il resto. Il DNA, è bene non dimenticarlo, è pur sempre quello di un Numero Dieci.