ESCLUSIVA PSB – Basha: “Giancaspro ha detto bugie a tutti e fatto un grande danno alla città”
BASHA BARI – Preciso come un orologio svizzero e grintoso quanto un fiero albanese, d’altronde Migjen Basha conosce bene entrambe le nazioni. In 32 anni di esperienze forti ne ha vissute tante, a partire da quando dovette abbandonare la sua terra per via della guerra. Si è costruito da solo, passo dopo passo, creandosi quale […]
BASHA BARI – Preciso come un orologio svizzero e grintoso quanto un fiero albanese, d’altronde Migjen Basha conosce bene entrambe le nazioni. In 32 anni di esperienze forti ne ha vissute tante, a partire da quando dovette abbandonare la sua terra per via della guerra. Si è costruito da solo, passo dopo passo, creandosi quale una persona forte e fedele ai valori della verità: così nel calcio così nella vita. Nelle diverse esperienze italiane, dalla Lucchese, all’Atalanta fino al Bari, lo abbiamo sempre visto contraddistinguersi per la sua grinta e quella predisposizione naturale al lavoro come fonte di risultati. Raggiunto dalla nostra redazione, il centrocampista ci racconta parte di sé e delle sua esperienza al Bari.
Bari fallito. Lei pare abbia previsto tutto…
“Non ho previsto nulla, però la penalizzazione non l’ho accettata: Giancaspro ha detto bugie a tutti quanti fino all’ultimo; nonostante la penalizzazione ha continuato a ribadire che lui aveva pagato in tempo. Tutti sapevano che il Bari non aveva un grande budget però non capisco perché Giancaspro non ha chiesto aiuto. Qualche ragazzo giovane per poter fare cassa c’era ma lui non ha fatto nulla di tutto questo e poi è arrivato il fallimento. Fino a quell’ora era rimasto in silenzio, e questo doveva far capire a tutti noi, sia giocatori che tifosi, che le cose stavano messe male“.
Eppure vi avevano detto di stare tranquilli.
“Questa storia ha dell’incredibile. Era arrivato il deferimento della Covisoc e Giancaspro sosteneva di aver pagato regolarmente: non penso che alla Covisoc si svegliano una mattina qualsiasi e ti danno 2 punti di penalizzazione, è evidente che qualcosa non quadrava. Dopo la partita dei playoff a Cittadella ho detto che se abbiamo preso la penalizzazione è perché un errore c’è stato, allora qualcuno mi ha insultato poichè offendevo Giancaspro anche se non ho mai detto nemmeno una parolaccia“.
Stessa sorte di quella del Bari è toccata a Cesena e Avellino. Lei ed i suoi colleghi avete vissuto momenti di incertezza assoluta, cosa passa nella mente di un tesserato in casi del genere?
“Credo che fallire sia un incubo per tutti i tesserati e dipendenti di un club. Per come essi sono arrivati è ancora peggio perché sembrava che tutto andasse bene e invece è successo un disastro. Penso sopratutto a quei dipendenti che prendono pochi soldi o non li ricevono da mesi, soldi che servivano per mandare avanti la famiglia e ritrovarsi senza credo sia la cosa peggiore“.
A pagare sono sempre i tifosi, inevitabilmente.
“Purtroppo per loro sì. Dopo tutti i sacrifici o le tante delusioni che hanno subito si ritrovano senza le loro squadre in delle categorie importanti: è una delusione totale.”
Una società dalla grande storia e che raccoglie l’affetto di migliaia di appassionati sparisce. Di chi sono le colpe di tutto ciò?
“Se mi posso riferire al Bari posso dire tranquillamente che è colpa di Giancaspro. Non so come abbia fatto a diventare presidente, però non aveva nulla a che fare con il calcio, non capiva nulla e in due anni si è presentato 2-3 volte negli spogliatoi e alla fine parlava di tutto tranne che di pallone. Ha fatto un grande danno alla città di Bari“.
Serie B a 19 squadre. Come giudica questa scelta?
“Non si capisce più nulla, non vorrei sbagliarmi ma mi pare che quando una società fallisca al suo posto subentri un’altra squadra ripescata. Non tocca a me giudicare.”
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