Ascoli bello ma poco concreto, pochi punti e troppo nervosismo
Un perdente di successo. Si potrebbe definire così, con un pizzico di ironia, l’Ascoli visto all’opera a Foggia e, più in generale, di questa prima fase del campionato. I bianconeri arrivano alla nuova sosta con un bottino di punti non particolarmente esaltante (6 in 6 partite) e, per giunta, con un’evidente frenata nelle ultime tre […]
Un perdente di successo. Si potrebbe definire così, con un pizzico di ironia, l’Ascoli visto all’opera a Foggia e, più in generale, di questa prima fase del campionato. I bianconeri arrivano alla nuova sosta con un bottino di punti non particolarmente esaltante (6 in 6 partite) e, per giunta, con un’evidente frenata nelle ultime tre gare (appena 2 punti dopo gli iniziali 4 nelle prime tre). Eppure a leggere certi commenti sembrerebbe che la formazione di Vivarini in queste ultime tre partite ha realizzato l’ein plein o ci è andata vicina.
C’è un diffuso e (a nostro avviso) un po’ eccessivo ottimismo e un’irrazionale soddisfazione che contrasta con la realtà dei fatti, almeno quella cruda dei numeri e della classifica (che poi alla fine, piaccia o non piaccia, è l’unica che conta). E a coloro che, dopo la sconfitta dello Zaccheria, hanno provato ad evidenziare che comunque sono stati commessi degli errori che alla fine hanno determinato l’ingiusto (per il gioco espresso) risultato finale, pur riconoscendo la bella prestazione sul piano del gioco dei bianconeri, ha risposto con estrema (eccessiva) durezza il maggior azionista dell’Ascoli Massimo Pulcinelli. “Non accetto critiche all’allenatore, sono dei pregiudizi che non hanno alcun senso. Siamo abituati a scegliere i nostri uomini e a lottare con loro. I negativi, i critici cronici, i porta sfiga, quelli mai contenti, possono tifare un’altra squadra, tifare Ascoli quando non si perde o si vince è troppo facile. Portiamo in questa splendida città, dove il calcio rappresenta la storia del calcio italiano, una mentalità vincente e positiva” ha scritto domenica scorsa Pulcinelli sui social.
Sarebbe sin troppo semplice rispondergli per le rime, iniziando magari a chiedergli conto di quando e dove, ovviamente sempre in ambito calcistico, Pulcinelli e i vari Tesoro e Lovato hanno dimostrato quella “mentalità vincente e positiva” che ora avrebbero portato in questa “splendida città”. Ancora più semplice sarebbe sottolineare e ricordare allo “smemorato” numero uno bianconero che, coloro che hanno “osato” sollevare critiche, sono gli stessi che nei mesi scorsi, pur criticando duramente l’allora dirigenza, erano sugli spalti a soffrire e a sostenere una squadra che sembrava ormai irrimediabilmente diretta in Lega Pro. O, andando più indietro negli anni, che sostenevano la squadra in campetti di secondo piano quando praticamente la società non c’era e c’era addirittura il rischio di perdere anche la Lega Pro.
Quei tifosi, anche e soprattutto coloro che in un modo o nell’altro, hanno “storto la bocca” dopo la sconfitta di Foggia, meritano rispetto perché loro hanno già ampiamente dimostrato di amare e seguire l’Ascoli “nella buona e nella cattiva sorte”. Pulcinelli e la nuova dirigenza, invece, hanno ancora tutto da dimostrare. Sarebbe meglio evitare certe inutili e dannose polemiche in un momento in cui, almeno sul piano dei risultati, la squadra ancora stenta non poco ma l’ambiente resta complessivamente favorevole e paziente. Giustamente, perché comunque i bianconeri hanno dimostrato di avere già una precisa fisionomia di gioco e di essere in grado di imporre il proprio modo di stare in campo anche di fronte ad avversari quotati come il Foggia (e questo è indiscutibilmente merito dell’allenatore, ancor più se si pensa il poco tempo impiegato e la squadra praticamente tutta nuova).
Però non è meno giusto evidenziare ciò che non funzionato e non ha permesso che a quella prestazione corrispondesse un risultato positivo. Perché sarebbe sbagliatissimo e anche pericoloso prendersela con il fato, con la sfortuna o cose simili e fingere di non vedere che, comunque, alla fine il risultato dello Zaccheria è il frutto dei meriti e dei demeriti delle due squadre. L’Ascoli, come detto, ha avuto il grande merito di scendere in campo con personalità, di riuscire per larghi tratti non solo ad imporre il proprio gioco ma anche a non consentire agli avversari di sviluppare il proprio. Al tempo stesso, però, ha avuto il demerito di non essere troppo concreto ed incisivo nelle fasi in cui aveva chiaramente in mano la partita, senza dimenticare che tutti e tre i gol rossoneri sono arrivati grazie a clamorosi errori difensivi, dei singoli e di reparto.
Ugualmente non si può non sottolineare come la partita a metà ripresa sia cambiata un po’ dopo le sostituzioni, azzeccate da parte Grassadonia un po’ meno da parte di Vivarini (soprattutto quella di Addae). Non si tratta, quindi, di essere “porta sfiga” o cose simili, anzi è esattamente il contrario. Si evidenziano quelli che sono sembrati degli errori proprio nella speranza che non si ripetano. In maniera che una squadra che ha sicuramente un buon potenziale possa fare di più e meglio degli iniziali 6 punti dopo 6 partite…