16 Novembre 2018

Padova per mettere a tacere le critiche: Bonazzoli, chi ha detto che è troppo tardi?

BONAZZOLI PADOVA Cresci nell’Inter, sei palesemente uno dei migliori talenti del calcio italiano: diventano molte, quindi, le aspettative. In una fase storica difficile come quella del nostro movimento, ogni rondine è obbligata a fare primavera. Non viene rispettato il naturale processo di crescita tecnica, tattica, fisica e mentale. Non si ha il diritto di sbagliare, […]

BONAZZOLI PADOVA

Cresci nell’Inter, sei palesemente uno dei migliori talenti del calcio italiano: diventano molte, quindi, le aspettative. In una fase storica difficile come quella del nostro movimento, ogni rondine è obbligata a fare primavera. Non viene rispettato il naturale processo di crescita tecnica, tattica, fisica e mentale. Non si ha il diritto di sbagliare, la pressione può diventare un macigno. Uscito dal settore giovanile, Federico Bonazzoli comincia, come detto in apertura, ad assaggiare la Serie A e l’Europa con la casacca nerazzurra, in un avvenire che pareva proiettarlo sin da subito  nell’élite. Parliamo però di un ragazzo che cavalcava l’onda dell’adolescenza, si affacciava alla maggiore età e si è ritrovato ad affrontare dinamiche forse più grandi di lui. Ecco che comincia quindi una sorta di pellegrinaggio alla ricerca della felicità sportiva e, perché no, umana. Quella che porta un giovane a chiedere fiducia, ad essere ben voluto, ad avere la possibilità di sbagliare di cui già accennato. Sampdoria, Virtus Lanciano, Brescia, SPAL: società nelle quali Bonazzoli matura, conosce le difficoltà del singolo e della squadra, di cosa significhi essere relegato in panchina oppure lottare per difendere la categoria. I gol non sono molti, e questo sicuramente avrà influito sul suo stato d’animo, ma l’attaccante ne esce fortificato e costantemente pronto a rimettersi in gioco. L’ennesima sfida della sua carriera (e questo è già notevole, non dimentichiamo che parliamo di un classe ’97) forse è la più lodevole prova di forza che ha mostrato fino ad oggi: Padova, piazza storica, ma una squadra chiamata a lottare con le unghie e con i denti per la salvezza, soprattutto a seguito del cambiamento forzato del format della Serie B, che ha portato da 22 a 19 le compagini che competono nel campionato cadetto. La consapevolezza che spesso si sarebbe partiti da sfavoriti: forse è stato proprio questo uno degli elementi che ha convinto Bonazzoli  a sposare la causa biancoscudata. Strano a dirsi, ma ecco la spiegazione: dimostrare ai critici che nelle ultime annate hanno avuto da ridire sul suo rendimento che avevano torto, e trascinare a suon di gol la compagine veneta. L’ultima giornata ha sancito il ritorno al successo (dopo nove giornate senza i tre punti) dei biancorossi, che hanno espugnato il Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno con un importante 3-2. Federico ha trovato il gol, il secondo in campionato, e giocato quella che ha dichiarato essere la sua miglior partita da quando è a Padova. Merito anche delle situazioni di gioco provate in allenamento dal neo tecnico Foscarini, che ha preso il posto di Bisoli pochi giorni prima della trasferta in terra marchigiana ma che ha dato già un’impronta diversa alla squadra, che pare sarà maggiormente votata all’attacco (la rete di Alessandro Capello può essere un’ulteriore testimonianza di ciò). Abbandonare le prime pagine può essere il primo passo per diventare definitivamente grande. Bonazzoli l’ha capito, e a suon di reti e prestazioni di livello cercherà di riprendersi quanto, in passato, gli è stato prima consegnato con prepotenza e poi sottratto senza avere una seconda possibilità.