Livorno, Breda: “La salvezza sarebbe quasi un miracolo. Spinelli? Abbiamo un buon rapporto”
BREDA LIVORNO – Lunga intervista rilasciata da Roberto Breda, tecnico del Livorno, ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Raddrizzare la situazione non era facile, ma la rosa aveva del potenziale e i ragazzi mi hanno seguito sin da subito. Resta tanto lavoro da fare, ma continuando a giocare così ci salveremo. In estate c’è stato […]
BREDA LIVORNO – Lunga intervista rilasciata da Roberto Breda, tecnico del Livorno, ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Raddrizzare la situazione non era facile, ma la rosa aveva del potenziale e i ragazzi mi hanno seguito sin da subito. Resta tanto lavoro da fare, ma continuando a giocare così ci salveremo. In estate c’è stato un colloquio con la società, che ha poi deciso di fare altre scelte. Sono comunque arrivato in questa piazza, seppur con qualche mese di ritardo. Spinelli? Abbiamo un buon rapporto. È un presidente molto appassionato, vive la squadra in modo viscerale. Una parte della tifoseria lo contesta? Capita un po’ dappertutto. I tifosi fanno i tifosi, meritano rispetto ma dovrebbero notare come Spinelli abbia sempre fatto bene, risultati alla mano. Ha portato il Livorno tre volte in A, con una partecipazione alla Coppa UEFA. Il mio passato? Ho fatto l’assessore allo sport del Comune di Salerno, ma con la politica non c’entro nulla. Era il 2006 e mi chiamò il sindaco Vincenzo De Luca, che mi diede carta bianca. È stata una bella avventura, abbiamo lavorato per le periferie e organizzato manifestazioni importanti, come ad esempio una tappa del Giro d’Italia. A Salerno c’è stata anche la mia seconda esperienza da allenatore, mentre la prima in assoluto fu alla Reggina in Serie B, da subentrato. Allenavo la Primavera, la prima squadra me la propose Simone Giacchetta, che avevo conosciuto al Genoa. Senza di lui forse non avrei fatto l’allenatore, visto che in quel periodo stavo perdendo entusiasmo. I miei maestri? Delio Rossi mi ha fatto fare i migliori anni da calciatore ed è la persona che mi ha dato l’impronta da tecnico. Io in Serie A? Ci andai vicinissimo con il Latina nel 2014, quando arrivammo a mezz’ora dal grande salto ma la finale playoff la vinse il Cesena. L’esonero della scorsa stagione a Perugia? Mi è dispiaciuto molto, avrei voluto giocarmela fino alla fine. È stata una scelta societaria che non ho capito. In Umbria c’era anche Diamanti, che veniva da un lungo periodo di inattività e ci ha messo un po’ a trovare la forma. Parliamo di un calciatore che è in B per scelta, perché con le sue qualità potrebbe giocare ancora in A. Gli obiettivi del Livorno? Per come si era messa la situazione, la salvezza sarebbe quasi un miracolo“.