Palermo, Brignoli: “Sono venuto qui per rilanciarmi. Deluso dal Benevento. Buffon il numero uno in assoluto”
BRIGNOLI PALERMO – Alberto Brignoli, numero uno dei rosanero, si è raccontato alla Gazzetta dello Sport, toccando diversi temi. Ecco un estratto dell’intervista: “Dopo il goal al Milan, per molti sono diventato un idolo, per altri uno che ha fatto un dispetto alla loro squadra. A Palermo mi sono voluto rimettere in gioco, e volevo […]
BRIGNOLI PALERMO – Alberto Brignoli, numero uno dei rosanero, si è raccontato alla Gazzetta dello Sport, toccando diversi temi. Ecco un estratto dell’intervista:
“Dopo il goal al Milan, per molti sono diventato un idolo, per altri uno che ha fatto un dispetto alla loro squadra. A Palermo mi sono voluto rimettere in gioco, e volevo un posto fisso dopo alti e bassi tra Samp, Spagna e Perugia. Qui per rilanciarmi. Ho risolto il mio contratto con la Juve per riprendere la mia strada: sono stato coraggioso, sarebbe stato comodo rimanere legato ancora un anno, ma meglio così: alla Juve vanno solo i fenomeni. Deluso per come è finita col Benevento. Avevo accettato la scelta di stare in panchina anche se stavo facendo bene. Con 20 presenze avrebbero dovuto riscattarmi, così non l’hanno fatto. Sui risultati ed il gioco ritrovato posso dire che se abbiamo frenato durante la stagione, è colpa nostra. Ci siamo specchiati troppo, ma adesso abbiamo rimesso in piedi il campionato. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo presi le nostre responsabilità. Dobbiamo vincerle tutte, senza guardare troppo gli altri. Errore contro il Brescia? Tutti sbagliano, anche Buffon, anche mio papà che fa il vigile. L’importante è ammetterlo e affrontare i problemi nel modo giusto. Nei portieri contano la testa e l’equilibrio. Mi ha stupito Audero, sembra un trentenne. Oppure Meret o Donnarumma: certe cose le fai a 20 anni solo se hai la testa. Dai 6 ai 10 anni, ho fatto ciclismo. Mi ha formato il carattere, ho imparato a non mollare. Non avevo il telefonino, se mancavano 30 Km non potevo farmi venire a prendere: mi sforzavo e tornavo, se mi avessero aiutato sarebbe stata una scorciatoia. Nel calcio hai altri 10 che ti possono aiutare, nel ciclismo o ci sei o non ci sei. Sui miei colleghi in B, penso che faranno strada Vicario del Venezia e Montipò del Benevento. Il numero uno al mondo, per quello che ha dato al ruolo, è Buffon. Alla Juve mi chiamava per andarmi ad allenare con lui, a luglio”.