Cresciuti a Napoli, esplosi a Cosenza: Tutino e Palmiero, prove generali di un roseo futuro
TUTINO PALMIERO COSENZA – Quando si parla di un calciatore, il primo pensiero dell’opinione pubblica è legato all’aspetto economico, al privilegio di poter fare della propria passione un lavoro ben remunerato. Questo diventa il lasciapassare per le critiche, che spesso degenerano in accuse e offese. Il lato umano scompare, l’associazione con gli automi è la […]
TUTINO PALMIERO COSENZA – Quando si parla di un calciatore, il primo pensiero dell’opinione pubblica è legato all’aspetto economico, al privilegio di poter fare della propria passione un lavoro ben remunerato. Questo diventa il lasciapassare per le critiche, che spesso degenerano in accuse e offese. Il lato umano scompare, l’associazione con gli automi è la più ovvia conseguenza della miopia di determinati ragionamenti. Spesso ci si dimentica che abbiamo a che fare con delle persone, dotate di un talento speciale ma con il diritto di voler sentire la fiducia attorno a sé e, soprattutto, di sbagliare.
Nel vortice di sentimenti contrastanti che martella una carriera, è fondamentale trovare la figura in grado di far esprimere un calciatore al meglio delle proprie possibilità. È questo il ruolo che ha assunto Piero Braglia per due dei talenti più in mostra del Cosenza: Gennaro Tutino e Luca Palmiero. Entrambi classe ’96, entrambi provenienti dal settore giovanile del Napoli, dove hanno avuto modo di vivere la propria adolescenza. I due si conoscono molto bene, e pare quindi un curioso segno del destino che la squadra della svolta per loro sia la stessa.
Il percorso con il Cosenza parte nella scorsa stagione, dove i Lupi intravedono le potenzialità di Luca e Gennaro che, dopo aver mostrato doti eccelse nel settore giovanile, cercavano l’esplosione tra i professionisti. La promozione da protagonisti che permette ai calabresi di tornare in Serie B è solo l’antipasto di quella che sarà un’annata dove la cadetteria scopre due prospetti con tutte le carte in regola per scrivere pagine importanti del calcio nostrano.
Il lavoro di Braglia è certosino e parte nella mente dei ragazzi prima che nella tattica: Tutino perde ogni insicurezza e impara ad essere devastante sia partendo largo nel tridente che giocando più centrale, Palmiero abbina alla tecnica che l’ha sempre contraddistinto una notevole crescita in termini di personalità che gli permette di diventare il padrone del centrocampo e il fulcro della manovra, non importante se in terza o seconda serie.
Chissà cosa riserverà loro il futuro, che potrebbe tingersi dell’azzurro del Napoli oppure di altri colori. Una cosa è certa: Cosenza resterà una tappa che Tutino e Palmiero non dimenticheranno.